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- L'uso diffuso dei farmaci equivalenti potrebbe portare a un risparmio di 1,1 miliardi di euro all'anno per i cittadini.
- Il Servizio Sanitario Nazionale potrebbe risparmiare 6 miliardi di euro all'anno grazie ai farmaci equivalenti.
- Nel 2022, la spesa privata per medicinali di classe A e C è aumentata del 7,6% rispetto all'anno precedente.
Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha recentemente sottolineato l’importanza dei farmaci equivalenti come strumento per ridurre la spesa sanitaria sia per i cittadini che per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Durante il convegno “Farmaci equivalenti: conoscere per scegliere”, promosso da Cittadinanzattiva nell’ambito della campagna “Ioequivalgo” con il contributo di Egualia, Gemmato ha evidenziato come l’Italia sia indietro rispetto ad altri Paesi europei nell’adozione di questi medicinali, nonostante abbiano lo stesso principio attivo e la stessa efficacia dei farmaci di marca.
Il Risparmio Economico
Secondo Gemmato, l’adozione diffusa dei farmaci equivalenti potrebbe portare a un risparmio di 1,1 miliardi di euro per i cittadini, che attualmente spendono circa 40 miliardi di euro per l’acquisto di farmaci. Inoltre, il SSN potrebbe risparmiare circa 6 miliardi di euro all’anno. Questo risparmio sarebbe particolarmente significativo nelle regioni a basso reddito e nel Sud Italia, dove la spesa sanitaria out of pocket è maggiore.
Il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, ha annunciato una nuova circolare ai farmacisti per ricordare l’obbligo di proporre farmaci equivalenti quando possibile e per sottolineare l’importanza di una corretta comunicazione ai cittadini riguardo l’efficacia e le caratteristiche di questi medicinali.
La Sfiducia dei Cittadini
Nonostante i potenziali risparmi, quasi un cittadino su tre nutre dubbi sull’efficacia dei farmaci equivalenti rispetto a quelli di marca, e uno su cinque dichiara che il proprio medico indica solo farmaci di marca sul ricettario. Un’indagine condotta da SWG su 2500 cittadini maggiorenni italiani ha rivelato che il 47% dei cittadini è predisposto ad acquistare farmaci equivalenti, mentre il 19% preferisce i farmaci di marca.
La campagna “Ioequivalgo”, avviata da Cittadinanzattiva dal 2016, ha cercato di affrontare queste resistenze attraverso una serie di iniziative informative in tutta Italia. L’edizione in corso della campagna ha indagato le ragioni per cui il ricorso ai farmaci equivalenti è ridotto nel Sud Italia, dove il reddito pro capite è più basso rispetto alle regioni del Nord.
La Spesa Privata in Crescita
Nel 2022, la spesa privata dei cittadini italiani per l’acquisto di medicinali di classe A e C è stata pari a 9,9 miliardi di euro, con un aumento del 7,6% rispetto al 2021. Questo aumento è stato particolarmente evidente nelle regioni a basso reddito. Secondo i dati del Centro Studi di Egualia, nel 2023 i cittadini hanno versato 1.029 milioni di euro di differenziale di prezzo per ritirare farmaci di marca più costosi rispetto ai generici equivalenti.
Il ricorso ai farmaci equivalenti è più elevato nel Nord Italia, dove rappresenta il 39,8% delle confezioni vendute, rispetto al Centro (29%) e al Sud (23,7%). Le regioni con la maggiore incidenza di consumo di farmaci equivalenti sono la Provincia Autonoma di Trento (44,7%), il Friuli Venezia Giulia (41,9%) e il Piemonte (40%). In coda per consumi di equivalenti sono la Sicilia (22,7%), la Campania (21,9%) e la Calabria (21,7%).
Bullet Executive Summary
In conclusione, l’adozione dei farmaci equivalenti rappresenta una significativa opportunità di risparmio sia per i cittadini che per il SSN. Tuttavia, la sfiducia e le resistenze culturali rimangono ostacoli importanti. È essenziale una campagna di informazione e comunicazione istituzionale per superare queste barriere e promuovere l’uso dei farmaci equivalenti.
Nozione base di farmaceutica: I farmaci equivalenti contengono lo stesso principio attivo e hanno la stessa efficacia dei farmaci di marca, ma sono venduti a un prezzo inferiore.
Nozione avanzata di farmaceutica: La bioequivalenza è un concetto chiave nella valutazione dei farmaci equivalenti. Essa garantisce che il farmaco equivalente rilasci il principio attivo nel corpo allo stesso ritmo e nella stessa quantità del farmaco di marca, assicurando così la stessa efficacia terapeutica.
Riflettendo su questi aspetti, è chiaro come l’adozione dei farmaci equivalenti possa rappresentare un passo avanti significativo per la sostenibilità economica del sistema sanitario e per il benessere dei cittadini.