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Le ombre di Ursula Von der Leyen: segreti e scandali dietro la rielezione

Scopri le trattative segrete e i ricatti che hanno segnato la gestione della pandemia e l'acquisto di vaccini da parte della Commissione Europea sotto la guida di Ursula Von der Leyen.
  • 2,7 miliardi di euro in trattative segrete per l'acquisto di vaccini Pfizer.
  • Documenti occultati e messaggi WhatsApp cancellati tra Von der Leyen e Albert Bourla.
  • Rielezione di Ursula Von der Leyen nonostante la condanna della Corte di giustizia UE.

Chi è Ursula Von der Leyen? Chi si nasconde dietro questa figura controversa rieletta alla guida della Commissione Europea? L’aggettivo “losco” non è esagerato. Questo termine è calzante alla sentenza emessa durante la pandemia e non solo. La condanna della Corte di giustizia della UE per il comportamento tenuto durante l’acquisto dei vaccini dalla Pfizer è emblematica. Trattative segrete, documenti occultati e messaggi WhatsApp privati tra lei e Albert Bourla, CEO di Pfizer, cancellati. Un affare segreto di 2,7 miliardi di euro tra diritti fondamentali violati e ricatti, che ha portato a un aumento di malori improvvisi.

Un fiume di denaro vergognoso è passato attraverso donne e uomini sospesi senza stipendio, travolgendo famiglie di genitori senza risorse per nutrire i propri figli. Questo fiume di soldi ha fatto piangere bambini che non potevano entrare in campo di calcio, un ricatto basato su falsità. Il vaccino, infatti, non impediva il contagio, eppure il “supergreenpass” si basava su questo principio. In sintesi: bugie, segreti, ricatti e miliardi di euro nelle tasche di pochi, con la rielezione di Ursula alla guida della Commissione nonostante la sentenza di condanna. Chi c’è dietro di lei? Chi è il burattinaio? Lo spieghino i parlamentari europei che hanno votato per Von der Leyen. Potrebbero farlo dopo aver sputato nello specchio prima di lavarsi i denti.

Le scelte oltre le nomine

In Europa è in atto una metamorfosi di natura politica che incide sulla percezione dell’Unione Europea e determina rilevanti cambiamenti nel suo modo di funzionare. La recente campagna elettorale per il Parlamento UE e le successive dichiarazioni, riunioni e schieramenti per le nomine dimostrano alleanze e rivalità fra partiti politici di colori diversi, acquisendo un peso simile alle dinamiche della tradizionale dialettica fra governi degli Stati.

I legami transnazionali fra partiti con matrici affini sono sempre esistiti, ma nei momenti chiave l’istinto patriottico di ciascuno ha preso il sopravvento. Anche in ambito UE, con le elezioni europee del 2014, è iniziata un’inversione di rotta. L’ascesa nei sondaggi e alle urne di movimenti euro-critici ha avviato il sistema del candidato di punta alla presidenza della Commissione per ciascuna formazione politica continentale. Nel decennio seguente, l’attenzione e le aspettative degli elettori si sono riorientate, disegnando il quadro complessivo della corrente legislatura UE. Questo quadro presenta due caratteristiche di notevole importanza.

La prima è la convergenza fra partiti (Popolari, Socialdemocratici, Liberali e Verdi) determinata dalla volontà di rinvigorire l’integrazione europea e di opporsi a chi vuole rallentarla o fare passi indietro. La seconda è che le medesime forze politiche prevalgono in tre istituzioni UE chiave (Parlamento, Consiglio e Commissione). Questo parallelismo è cruciale per l’Unione, con i suoi meccanismi di governo intricati e multipolari. La compagine appare eterogenea e labile, e non è chiaro quanto possa consolidarsi in una vera maggioranza.

Sicuramente, la collaborazione fra partiti con storie e idee differenti non è semplice, ma è bene ricordare che in tante sedi nazionali sono state sperimentate, con geometrie variabili, formule riuscite. Le coalizioni, anche larghe, radicate nella tradizione europea tendono a diffondersi, come si vede in Francia. La coesione della maggioranza quadripartita UE si è manifestata nelle votazioni per definire posizioni apicali, con buoni numeri al Parlamento europeo e al vertice dei leader di fine giugno. La sfida significativa riguarda la capacità di influire sull’avvenire dell’Unione.

Dall’esperienza del passato, è possibile che la maggioranza si limiti al rito delle nomine e a un generico assenso ai polivalenti obiettivi programmatici della presidente della Commissione. Tuttavia, le decisioni concrete e normative UE sono adottate da raggruppamenti mutevoli. La maggioranza, per essere reale, dovrebbe prefiggersi una tenuta nel tempo e un organico piano di lavoro per risposte efficaci al suffragio che la sostiene. Un modello collaudato è quello dei contratti di coalizione stipulati in Germania fra partiti che si associano per governare, senza alleati alle elezioni.

Individuare mete e iniziative comuni è meno arduo nel perimetro di competenze circoscritte dell’Unione. Perché non provarci? I ranghi della maggioranza interistituzionale dovrebbero essere serrati sui temi che preoccupano i cittadini (sicurezza, economia, occupazione, migranti, ambiente salubre e sanità). Un terreno nevralgico per una maggioranza animata da partiti europeisti è la riforma dei trattati UE. Un tema arduo ma ineludibile, sfiorato nel dibattito attuale. Malgrado oltre 70 anni di collaborazione intensa, la filosofia base dell’Unione sembra ferma ai prodromi: saldiamo le economie nazionali e poi arriverà il congiungimento politico.

Siamo andati avanti con gradualità e rare accelerazioni, come la creazione dell’euro. Questo traguardo è declinato al futuro, con governi alla guida di vari Stati europei (gelosi dei primati domestici) e organismi UE che non hanno mai discusso a fondo. Lo scenario circostante è mutato parecchio: l’Europa perde peso nel mondo globalizzato, rivoluzionato dal galoppo tecnologico. I cittadini percepiscono questo cambiamento, spaventati dalle pesanti crisi, e chiedono senso a un’Unione parziale, complicata, a volte pervasiva, spesso latitante. Siamo al bivio fra salti di qualità oggettivi e declino, sfarinamento.

I partiti UE con vocazione pro-europea dovrebbero rendersene conto. Le proposte per modificare i trattati UE possono essere fatte dagli Stati, dal Parlamento europeo e dalla Commissione, e dovrebbero schierarsi con coerenza e non indugiare più nel passare all’azione.

E ora giù la maschera: l’Europa di Ursula non è quella dei sogni

Due giorni dopo la rielezione di Ursula Von der Leyen, i commenti accesi e pacati, a livello nazionale e internazionale, lasciano spazio a interrogativi: come interpretare gli eventi politici senza una visione cieca delle tifoserie? La complessità scarseggia nelle analisi, mentre ci preoccupiamo per le sorti statunitensi e la destra violenta di Trump, sfugge l’ipocrisia in Europa.

L’analisi di Vito Laterza, antropologo, analista geopolitico e professore associato in università norvegesi, mette in luce concetti standardizzati e parole chiare: «L’Europa di Von der Leyen sta affrontando minacce che necessitano di azioni protettive decisive. Il Green Deal, una importante eredità bipartisan, è stato riformulato nel linguaggio della prosperità economica e competitività, riecheggiando il marchio di nazionalismo economico dell’ex presidente Donald Trump diffuso negli Stati Uniti. L’attenzione è rivolta alla creazione di ricchezza e prosperità per aziende, agricoltori e lavoratori europei, senza un discorso sulle alleanze con altri attori mondiali, con i paesi del Sud del mondo, che detengono la maggior parte delle materie prime essenziali necessarie per la transizione verde».

Laterza, intervistato da Al Jazeera, ha ricordato che Ursula ha affermato nel suo discorso che l’Europa ha bisogno «di protezione dalle minacce esterne alla sicurezza attraverso l’obiettivo di un sistema di difesa europeo comune». Secondo la presidente, l’Europa dovrebbe «proteggersi anche da migranti e rifugiati», sostenendo il consenso europeo anti-immigrazione, con l’espansione dell’agenzia europea per le frontiere, criticata, Frontex. Questo produrrà più morti, sofferenze e violazioni dei diritti umani per coloro che attraversano i confini verso l’Europa, fuggendo da guerre, disastri naturali e povertà.

Questa è davvero un’alternativa alle politiche di Trump, che utilizza il termine «deportazione»? L’Europa, che finge di sposare il sogno green, vorrebbe rappresentare il cuore dei diritti e della tolleranza? L’Europa di Ursula è l’alternativa alle altre destre di stampo nazionalistico e ultraconservatore? La politica dovrebbe lasciar cadere le maschere e non ammantarsi di «giustizia sociale» per belle parole nei discorsi ufficiali. La politica dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e non illudere.

L’analisi su Al Jazeera cerca di smascherare la falsa retorica sulle politiche abitative a favore di chi non può permettersi una casa. È vero? Von der Leyen sta sostenendo un’Europa accartocciata su se stessa, dando priorità ai propri privilegi rispetto alla cooperazione globale e alla giustizia sociale, «intensificando allarmismi, odio e violenza contro i migranti». I risultati delle elezioni di giugno suggeriscono che la presidente della Commissione europea potrebbe interpretare i sentimenti della popolazione europea, a danno delle forze progressiste, rivelando ipocrisie.

Gli europei credono nell’umanità e nella solidarietà come principi fondamentali non negoziabili per il futuro dell’Europa? La scelta italiana di Giorgia Meloni dovrebbe essere analizzata con un’ottica più complessa. L’Italia sta mostrando un contrasto alle politiche per l’ambiente, a fronte di un’Europa dal sogno ecologico? Lettura da creduloni! I Verdi, che hanno votato contro Von der Leyen nel 2019, l’hanno sostenuta per impedire all’estrema destra di accedere al potere, sapendo che il progetto di Ursula è pieno di contraddizioni e apparenze, a danno del continente africano col sistema dei crediti per lo smaltimento dei rifiuti.

Un programma verde fornito? Sicuramente no», ha detto Terry Reintke, co-leader dei Verdi, in aula prima del voto. Ha aggiunto che è fondamentale che la maggioranza dei gruppi democratici pro-europei resista per impedire all’estrema destra di arrivare al potere. Lasciamo cadere le maschere, una volta per tutte.

Pericoloso governare ignorando gli elettori

Governare ignorando gli elettori è un rischio che nessuna democrazia dovrebbe correre. Le recenti elezioni europee hanno mostrato una crescente disaffezione verso le istituzioni comunitarie, un segnale che non può essere ignorato. La rielezione di Ursula Von der Leyen alla guida della Commissione Europea, nonostante le controversie e le critiche, solleva interrogativi sulla rappresentatività e la legittimità delle decisioni prese a Bruxelles.

La politica europea deve affrontare le sfide con trasparenza e responsabilità, rispondendo alle preoccupazioni dei cittadini e lavorando per un’Unione più coesa e inclusiva. Ignorare queste esigenze potrebbe portare a un ulteriore distacco tra le istituzioni europee e i cittadini, minando la stabilità e la credibilità dell’intero progetto europeo.

Bullet Executive Summary

In conclusione, la rielezione di Ursula Von der Leyen alla guida della Commissione Europea, nonostante le controversie legate alla gestione della pandemia e agli accordi segreti con Pfizer, solleva importanti interrogativi sulla trasparenza e la legittimità delle decisioni prese a livello europeo. La politica europea deve affrontare le sfide con responsabilità e trasparenza, rispondendo alle preoccupazioni dei cittadini per evitare un ulteriore distacco tra le istituzioni e la popolazione.

Una nozione base di farmaceutica correlata al tema principale dell’articolo riguarda l’importanza della trasparenza nelle trattative per l’acquisto di farmaci e vaccini. La fiducia del pubblico nelle istituzioni sanitarie è fondamentale per garantire l’adesione alle campagne di vaccinazione e alle altre misure di sanità pubblica.

Una nozione avanzata di farmaceutica applicabile al tema dell’articolo è la necessità di una regolamentazione rigorosa e indipendente nella valutazione e approvazione dei farmaci. Le agenzie regolatorie devono operare senza influenze esterne per garantire che i farmaci immessi sul mercato siano sicuri ed efficaci. Questo è particolarmente importante in situazioni di emergenza, come una pandemia, dove la pressione per approvare rapidamente nuovi trattamenti può essere elevata.

Riflettendo su questi punti, è evidente che la trasparenza e l’indipendenza delle istituzioni sono cruciali per mantenere la fiducia del pubblico e garantire la sicurezza e l’efficacia delle misure sanitarie.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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