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Herpes zoster e demenza: il nuovo vaccino può davvero prevenire la malattia?

Scopri come il vaccino Shingrix non solo protegge dal fuoco di Sant'Antonio, ma riduce anche il rischio di demenza secondo recenti studi.
  • Shingrix ha dimostrato un'efficacia del 97% nella prevenzione dell'herpes zoster, rispetto al 65-70% di Zostavax.
  • Le persone vaccinate con Shingrix hanno mostrato una riduzione del 17% nel rischio di diagnosi di demenza nei sei anni successivi alla vaccinazione.
  • Uno studio su 200.000 adulti ha rivelato che Shingrix è più efficace nel prevenire le demenze rispetto ai vaccini precedenti.

Dopo essere entrati in contatto con il virus varicella-zoster, questo rimane latente nel corpo e può andare incontro a riattivazione, soprattutto quando il sistema immunitario è indebolito. Il vaccino contro l’herpes zoster, somministrato nel 2016, ha dimostrato di mantenere nel tempo l’efficacia protettiva, riducendo notevolmente la possibilità di una nuova manifestazione di malattia. Tuttavia, questa possibilità non è mai pari a zero. È consigliabile rimanere sempre in contatto con il proprio medico di medicina generale, che potrà eventualmente consigliare nuove e più efficaci vaccinazioni.

Il virus varicella-zoster è noto per la sua capacità di rimanere latente nel corpo umano per anni, riattivandosi in momenti di debolezza del sistema immunitario. Questo può portare alla manifestazione del fuoco di Sant’Antonio, una condizione dolorosa e debilitante. La vaccinazione rappresenta una misura preventiva importante, ma non una garanzia assoluta contro la riattivazione del virus.

Herpes Zoster e Demenza Senile: Nuovi Studi

Vaccinarsi contro l’herpes zoster potrebbe portare benefici alla memoria. Questo è quanto è emerso da due nuovi studi riportati da CNN: il primo pubblicato lo scorso giovedì dalla rivista Nature Medicine, mentre il secondo sarà presentato il prossimo martedì alla conferenza internazionale dell’Alzheimer’s Association. Alla base delle ricerche vi è l’idea, sostenuta da diversi esperti, che i virus dell’herpes si nascondano nel cervello. Particolari tipi di stress o un momento in cui le difese immunitarie calano ne favoriscono la riattivazione, che causa un’eruzione cutanea attorno al tronco o lungo il collo e il viso (appunto l’herpes zoster). Quando il virus si risveglia può causare danni e favorire lo sviluppo della demenza.

Non esiste una cura definitiva per l’herpes zoster, ma alcuni farmaci antivirali possono aiutare a trattarlo. Inoltre, esistono dei vaccini. Il primo, Zostavax, è stato autorizzato negli Stati Uniti nel 2006. Nel 2017 ne è stato creato uno ancora più forte, Shingrix, raccomandato soprattutto per gli over 50. Entrambi hanno dimostrato di essere efficaci, aiutando il corpo a riconoscere il virus e combatterlo quando inizia a causare problemi, ma Shingrix è risultato efficace al 97%, mentre Zostavax al 65-70% a seconda dell’età della persona.

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  • 💡 Ottima notizia! Finalmente abbiamo un vaccino che non solo......
  • 🙁 Purtroppo, nonostante la vaccinazione, il rischio di riattivazione......
  • 🤔 È interessante notare come il vaccino possa avere un effetto......

Risultati degli Studi: Un’Analisi Dettagliata

I due nuovi studi hanno preso in considerazione le cartelle cliniche delle persone a cui è stato somministrato Shingrix, confrontando la frequenza con la quale era stata diagnosticata loro la demenza rispetto ad altre persone che hanno ricevuto altri tipi di vaccino.

Il primo studio ha esaminato le diagnosi di demenza di oltre 100 mila persone over 65 vaccinate con Zostavax e circa 100 mila adulti di età pari o superiore a 65 anni che hanno ricevuto Shingrix. Il risultato è che le persone che avevano ricevuto Shingrix avevano il 17% di probabilità in meno di ricevere una diagnosi di demenza nei sei anni successivi alla somministrazione rispetto a chi aveva ricevuto Zostavax. E le donne sono quelle a trarne maggior beneficio (22% in meno di rischio contro il 17% degli uomini).

Il secondo studio, basandosi su un campione di 600 mila pazienti, ha preso in esame le persone 50enni o più vaccinate con Zostavax o Shingrix contro quelle a cui è stato somministrato Pneumovax, che protegge dalle infezioni batteriche che causano faringite streptococcica e polmonite. Dopo la vaccinazione contro l’herpes zoster, i soggetti dello studio avevano meno probabilità di ricevere la diagnosi di demenza rispetto a chi era stato vaccinato con Pneumovax.

Entrambi i risultati degli studi sono interessanti, ma c’è bisogno di approfondimenti. Se ulteriori ricerche dimostreranno che i vaccini contro l’herpes zoster proteggono la memoria, «non sarebbe affatto una scoperta banale. La salute pubblica ne trarrebbe vantaggio», ha affermato il dottor Paul Harrison, psichiatra presso l’Università di Oxford. È comunque bene vaccinarsi contro questo virus per proteggersi dai fastidi che provoca.

Shingrix: Un Nuovo Orizzonte nella Prevenzione delle Demenze

Il vaccino contro l’Herpes zoster potrebbe avere anche un altro effetto benefico: oltre a proteggere dalla malattia, il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio, sembra infatti ridurre il rischio di sviluppare una qualche forma di demenza. Stando a un nuovo studio dell’Università di Oxford pubblicato sulla rivista Nature Medicine, nei sei anni successivi alla vaccinazione (raccomandata negli anziani, over 65) le diagnosi di demenza si ridurrebbero circa del 17%.

Già in passato, diverse ricerche avevano individuato un possibile legame tra la vaccinazione anti Herpes zoster effettuata con un vaccino precedente, ormai obsoleto, e una minore incidenza di Alzheimer e altre forme di demenza. In quel caso, gli studi effettuati non hanno mai permesso di trarre conclusioni definitive, a causa di risultati piuttosto ambivalenti. Con l’arrivo di un nuovo vaccino ricombinante, Shingrix, approvato negli scorsi anni, i ricercatori di Oxford hanno colto la palla al balzo per verificare se il nuovo preparato oltre ad essere più efficace nel prevenire l’insorgenza del fuoco di Sant’Antonio mostrasse anche un più chiaro effetto protettivo nei confronti delle demenze.

Shingrix si è rivelato più efficace nel prevenire le demenze. Il loro studio ha coinvolto oltre 200mila adulti americani, ed è stato svolto negli anni di transizione tra il vecchio e il nuovo vaccino contro l’Herpes zoster. I ricercatori hanno valutato le diagnosi di demenza effettuate nei circa 100mila partecipanti che hanno ricevuto il nuovo vaccino, Shingrix, a partire dall’ottobre del 2017 (anno in cui è avvenuta la transizione negli Stati Uniti), e le hanno confrontate con quelle di altrettante persone vaccinate con il vecchio vaccino dal 2014.

Nel paragone, Shingrix si è rivelato più efficace del vaccino precedente nel prevenire le demenze: il rischio di svilupparne una nei sei anni successivi alla vaccinazione è risultato inferiore del 17%. Messo a confronto con altre vaccinazioni della terza età, come quella antinfluenzale, l’incidenza di demenza è risultata inferiore del 23-27%. I benefici sono emersi per entrambi i sessi, ma più marcati in quello femminile. A detta degli autori dello studio, le analisi effettuate rendono i dati robusti, anche se serviranno studi mirati per pensare di consigliare la vaccinazione espressamente per questa indicazione terapeutica.

Se gli effetti benefici dei vaccino nella prevenzione delle demenze sembrano comunque dimostrati, riguardo ai meccanismi da cui avrebbero origine, per ora, non ci sono certezze. Potrebbe dipendere dagli effetti dei vaccini sul sistema immunitario, così come rivelarsi un effetto collaterale del minore rischio di infezioni virali, che in molti casi – come per l’Herpes simplex, molto simile allo zoster – sono noti fattori di rischio per lo sviluppo delle demenze. Anche in questo caso, serviranno ulteriori ricerche per avere la risposta.

Bullet Executive Summary

In conclusione, il vaccino contro l’herpes zoster, in particolare Shingrix, non solo offre una protezione efficace contro il fuoco di Sant’Antonio, ma potrebbe anche ridurre il rischio di sviluppare demenza. Questo rappresenta un passo significativo nella prevenzione di malattie neurodegenerative, aprendo nuove prospettive per la salute pubblica.

Nozione base di farmaceutica: I vaccini funzionano stimolando il sistema immunitario a riconoscere e combattere i patogeni specifici, riducendo così il rischio di infezioni future.

Nozione avanzata di farmaceutica: I vaccini ricombinanti, come Shingrix, utilizzano tecnologie avanzate per creare antigeni sintetici che imitano i patogeni naturali, offrendo una protezione più efficace e duratura rispetto ai vaccini tradizionali.

Riflettendo su questi sviluppi, è evidente come la ricerca scientifica continui a evolversi, offrendo soluzioni innovative per migliorare la qualità della vita. La vaccinazione non è solo una misura preventiva, ma un investimento nella salute futura, capace di proteggere non solo dai sintomi immediati delle malattie, ma anche dalle complicazioni a lungo termine.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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