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Analisi in farmacia: cosa cambia davvero per i pazienti?

L'accordo Stato-Regioni sull'esecuzione di analisi cliniche in farmacia solleva dubbi sulla qualità e sulla sicurezza dei risultati. Approfondiamo le preoccupazioni di FISMELAB e TSLB.
  • La FISMELAB esprime preoccupazione per l'intesa Stato-Regioni, temendo che i test eseguiti in farmacia siano percepiti come equivalenti a quelli dei laboratori accreditati.
  • I dispositivi PoCT utilizzati nelle farmacie presentano una variabilità superiore rispetto ai prelievi venosi eseguiti nei laboratori, aumentando il rischio di imprecisioni.
  • La Commissione di albo nazionale dei TSLB sottolinea l'importanza di distinguere chiaramente tra servizi farmaceutici e diagnostici, evidenziando che le Case della comunità, previste dal DM 77/2022, rappresentano il modello ideale per l'assistenza diagnostica di prossimità.

Inquietudini e Contrasti nel Comparto della Medicina di Laboratorio

La Federazione Italiana delle Società Scientifiche di Medicina di Laboratorio (FISMELAB) ha manifestato forte preoccupazione riguardo all’intesa tra lo Stato e le Regioni che autorizza l’esecuzione di analisi cliniche presso le farmacie. Tale posizione è motivata dalla salvaguardia della disciplina della Medicina di Laboratorio e dalla necessità di assicurare ai cittadini prestazioni diagnostiche di elevato livello. La principale fonte di apprensione è la possibilità che l’accordo generi ambiguità, portando i pazienti a percepire come equivalenti i test eseguiti in farmacia e quelli effettuati nei laboratori debitamente accreditati.

Secondo FISMELAB, se si volesse espandere l’offerta di servizi diagnostici nelle farmacie, sarebbe indispensabile che tali attività fossero poste sotto il controllo dei Laboratori Clinici accreditati e dei loro responsabili. Questi professionisti sono gli unici a possedere le competenze per assicurare la qualità e l’appropriatezza della diagnostica, rispettando le normative internazionali.

Le società scientifiche che fanno parte di FISMELAB hanno sollecitato la creazione di un tavolo di discussione al fine di ridefinire ruoli e responsabilità, con lo scopo di mantenere un sistema diagnostico che aderisca a elevati standard qualitativi e salvaguardi la salute dei cittadini.

Standard di Qualità e Sicurezza Diagnostica: Un Imperativo

L’approvazione dell’Accordo collettivo nazionale che autorizza i farmacisti a refertare i risultati delle analisi di prima istanza ha suscitato l’attenzione dei Tecnici sanitari di laboratorio biomedico (TSLB). Benché si riconosca l’importanza delle farmacie sul territorio, occorre imprescindibilmente assicurare che l’implementazione di tale intesa avvenga nel pieno rispetto delle norme di qualità e sicurezza, essenziali per tutelare la salute della popolazione.

I dispositivi PoCT (Point-of-Care Testing) impiegati nelle farmacie, pur garantendo risultati in tempi brevi, mostrano una variabilità superiore rispetto ai prelievi venosi eseguiti nei laboratori autorizzati, incrementando così la possibilità di imprecisioni. Solo figure professionali specializzate, come i TSLB, i Biologi e i Medici specialisti in patologia clinica, biochimica clinica e microbiologia clinica, dispongono delle capacità necessarie per validare esiti attendibili.

È importante sottolineare che le farmacie non sono strutture sanitarie e non possono certificare l’intero processo diagnostico. Le analisi effettuate in questi contesti rappresentano solo una valutazione preliminare e non sostituiscono una diagnosi definitiva. Pertanto, è essenziale che ogni referto sia validato da professionisti competenti, a garanzia della validazione tecnica e clinica.
La Commissione di albo nazionale dei TSLB della FNO TSRM e PSTRP ha evidenziato l’importanza di distinguere chiaramente tra servizi farmaceutici e diagnostici, evitando sovrapposizioni di competenze e garantendo ai cittadini prestazioni sicure e di qualità. In quest’ottica, le Case della comunità, previste dal DM 77/2022, rappresentano il modello ideale per potenziare l’assistenza diagnostica di prossimità. Le farmacie, invece, possono offrire un valido supporto tramite la telemedicina, senza sostituire le attività dei laboratori.
Al fine di gestire la problematica inerente alla sicurezza dei dati analitici generati nelle farmacie e di assicurare una proficua cooperazione tra farmacie e strutture sanitarie, la Commissione di albo nazionale dei TSLB propone un confronto costruttivo con il Ministero della salute, la Conferenza delle Regioni e le principali associazioni di categoria, con lo scopo di garantire elevati standard qualitativi nei servizi diagnostici e proteggere la salute pubblica attraverso un approccio collaborativo che valorizzi ogni ambito e professione sanitaria.

La Controversia sul Termine “Referto”

La nuova Convenzione tra Ssn e farmacie ha sollevato polemiche a causa dell’utilizzo del termine “referto” in riferimento all’esito scritto del test diagnostico consegnato al paziente dal farmacista. Questo termine, secondo alcune sigle mediche, tra cui Anaao-Assomed, Fismed e Sibioc, assume un significato ben preciso e distinto da quello di “reperto”.

Secondo Annarita Martini e Alberta Caleffi della Fassid Area Aipac, il referto è uno strumento che trasforma un’informazione quantitativa (il risultato) in un’informazione clinicamente utile, mentre il reperto è un dato bruto. La controversia nasce dal fatto che il farmacista, pur non essendo un medico, si troverebbe a firmare un documento che, secondo la definizione medica, implica un’interpretazione clinica del dato.
Questa situazione potrebbe avere ripercussioni anche sul rinnovo del contratto nazionale dei dipendenti di farmacia privata, poiché la responsabilità civile e penale derivante dalla firma di un referto potrebbe comportare richieste di adeguamenti salariali.

Verso un Modello Diagnostico Integrato e Sicuro

La questione dell’esecuzione di esami di laboratorio in farmacia solleva importanti interrogativi sulla necessità di garantire standard elevati di qualità e sicurezza diagnostica. È fondamentale che le farmacie, pur offrendo un servizio di prossimità, non sostituiscano le competenze e le professionalità dei laboratori clinici accreditati.

Un modello diagnostico integrato e sicuro dovrebbe prevedere una chiara distinzione tra servizi farmaceutici e diagnostici, evitando sovrapposizioni di competenze e garantendo ai cittadini prestazioni adeguate e validate da professionisti qualificati. Le Case della comunità, previste dal DM 77/2022, potrebbero rappresentare un’opportunità per potenziare l’assistenza diagnostica di prossimità, mentre le farmacie potrebbero offrire un valido supporto tramite la telemedicina.

È auspicabile che le istituzioni e le rappresentanze professionali si confrontino per definire un quadro normativo chiaro e condiviso, che tuteli la salute pubblica e valorizzi il ruolo di ogni professionista sanitario. Amici lettori, riflettiamo un attimo su questa complessa questione. Nel mondo dell’innovazione farmaceutica e dei business case farmaceutici moderni, l’introduzione di nuovi servizi come gli esami di laboratorio in farmacia rappresenta un’evoluzione significativa. Tuttavia, è cruciale comprendere che l’innovazione deve sempre andare di pari passo con la garanzia della qualità e della sicurezza.

Una nozione base di innovazione farmaceutica ci insegna che l’ampliamento dei servizi offerti dalle farmacie può migliorare l’accessibilità alle cure e la tempestività della diagnosi. Tuttavia, una nozione avanzata ci ricorda che l’integrazione di nuovi servizi richiede una rigorosa valutazione dei rischi e dei benefici, nonché una chiara definizione dei ruoli e delle responsabilità.

La sfida, quindi, è quella di trovare un equilibrio tra l’innovazione e la tradizione, tra la prossimità e la competenza, tra l’efficienza e la sicurezza. Solo così potremo garantire un sistema sanitario che sia al servizio dei cittadini e che protegga la loro salute.
Benché si riconosca il ruolo essenziale svolto dalle farmacie nel tessuto territoriale, risulta prioritaria la certezza che l’attuazione di tale accordo si concretizzi nel pieno rispetto degli standard qualitativi e di sicurezza imprescindibili per la tutela della salute collettiva.

Di conseguenza, è imprescindibile che ciascun resoconto sia convalidato da professionisti competenti, a garanzia della validazione tecnica e clinica del risultato.

La Commissione di albo nazionale dei TSLB della FNO TSRM e PSTRP ha messo in risalto quanto sia necessario distinguere nettamente le prestazioni erogate dalle farmacie da quelle diagnostiche, scongiurando interferenze di competenza e garantendo così ai cittadini servizi sicuri e di elevata qualità.

In tale prospettiva, le Case della comunità, previste dal decreto ministeriale, incarnano il modello più adeguato per intensificare l’offerta di assistenza diagnostica di prossimità.

Le farmacie, invece, possono fornire un sostegno apprezzabile attraverso la telemedicina, senza tuttavia surrogare le attività proprie dei laboratori specializzati.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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