Company name: Dynamic Solutions s.r.l.
Address: VIA USODIMARE 3 - 37138 - VERONA (VR) - Italy

E-Mail: [email protected]

Scoperta Shock: Le Donne Anziane Dietro l’80% delle Fake News sui Social

Nuovi studi rivelano come gli 'super-condivisori' su Facebook e X influenzino la percezione pubblica, diffondendo disinformazione su vaccini e elezioni.
  • Le notizie fuorvianti su vaccini anti-Covid hanno un impatto 46 volte maggiore rispetto a quelle false.
  • Durante le elezioni del 2020, 80% delle fake news su X è stato condiviso da poco più di 2.000 utenti.
  • Questi 'super-condivisori' condividono una media di 16 link al giorno, con il 18% proveniente da fonti di disinformazione.

La disinformazione sui social media è un fenomeno complesso e pervasivo, che si basa su due meccanismi principali: le false verità e i super-condivisori. Due studi recenti, pubblicati sulla rivista Science, hanno gettato luce su questi meccanismi, analizzando il comportamento degli utenti americani di Facebook e X (precedentemente noto come Twitter).

Il primo studio, guidato da Jennifer Allen del Massachusetts Institute of Technology, ha valutato l’impatto di oltre 13.000 notizie accurate ma ingannevoli sui vaccini anti-Covid, condivise da 233 milioni di utenti Facebook statunitensi nel 2021. Un esempio emblematico è la storia del Chicago Tribune intitolata “Un medico ‘in salute’ morto due settimane dopo il vaccino contro Covid-19”. Sebbene non ci fossero prove che collegassero il vaccino alla morte del medico, la formulazione della notizia insinuava un nesso causale, portando a una visualizzazione da parte di 55 milioni di persone. I risultati dello studio indicano che le notizie fuorvianti hanno un impatto 46 volte maggiore rispetto a quelle false nel rendere le persone più dubbiose nei confronti della vaccinazione.

Il secondo studio, condotto da Sahar Baribi-Bartov dell’Università israeliana Ben-Gurion, si è concentrato sui responsabili della disinformazione su X durante le elezioni presidenziali americane del 2020. Analizzando un campione di oltre 660.000 votanti, i ricercatori hanno scoperto che l’80% delle fake news era condiviso da poco più di 2.000 utenti. Questi super-condivisori erano per la maggior parte donne bianche, di mezza età e repubblicane, residenti in stati conservatori come Arizona, Florida e Texas. Questi individui provenivano spesso da quartieri con basso livello di istruzione ma con un reddito alto.

False verità e super-influencer: i motori delle fake news

La disinformazione sui social media non è solo una questione di bot o campagne organizzate da governi stranieri. Un nuovo studio ha rivelato dati sorprendenti su chi condivide la maggior parte dei link a siti di notizie false negli Stati Uniti. Chi sono i superspreader di disinformazione? Si tratta principalmente di donne anziane, con un’età media di 58 anni. Questo gruppo di utenti condivide una quantità impressionante di link ogni giorno, con una media di 16 link, di cui il 18% proviene da fonti di disinformazione. In confronto, gli utenti normali condividono meno di un link al giorno, con solo il 3% proveniente da siti di notizie false.

Queste super-diffonditrici non operano nel vuoto. Oltre il 5% degli utenti di X seguiva uno di questi account, ricevendo più risposte, retweet e like rispetto alla media. Questi account erano la principale fonte di informazione, e di disinformazione, per molti utenti. La loro attività non è distinguibile da quella della popolazione generale di X, senza orari di pubblicazione strani o schemi di comportamento sospetti. La maggior parte della loro attività si concentra sui retweet, con tre quarti dei post che condividono contenuti di altri.

Impatto della disinformazione sulla società

La disinformazione è diventata una minaccia importante per vari settori, dalla ricerca scientifica alla salute pubblica fino alla politica. Per sfuggire a questa trappola, non basta informarsi al di fuori dei social media. Uno studio su Nature nel 2023 ha dimostrato che questo comportamento può essere controproducente, aumentando il rischio di imbattersi in siti che corroborano notizie false. La lotta contro la disinformazione è complicata, poiché il fenomeno assume sfumature diverse a seconda dell’argomento e del Paese.

Una recente ricerca italiana dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, pubblicata sulla rivista Plos One, ha evidenziato che in Italia la disinformazione riguarda meno il Covid e il Coronavirus, ma è più problematica per temi come la Brexit. La disinformazione su X non è solo frutto di campagne organizzate da entità malevole, ma anche delle azioni individuali di cittadini comuni. Questo dato non risolve il problema, ma fornisce una nuova prospettiva sulla diffusione delle notizie false.

Bullet Executive Summary

In conclusione, la disinformazione sui social media è un fenomeno complesso che coinvolge sia notizie vere ma presentate in modo fuorviante, sia super-condivisori che diffondono valanghe di contenuti. Questi super-condivisori sono principalmente donne anziane, che condividono una quantità impressionante di link ogni giorno. La loro attività ha un impatto significativo sulla percezione pubblica, rendendo le persone più dubbiose nei confronti di temi cruciali come la vaccinazione e le elezioni.

Una nozione base di farmaceutica correlata a questo tema è l’importanza della comunicazione scientifica accurata. La disinformazione può influenzare negativamente la fiducia del pubblico nei confronti dei vaccini e delle terapie mediche, rendendo essenziale una comunicazione chiara e basata su evidenze scientifiche.

Una nozione avanzata di farmaceutica applicabile a questo tema è il concetto di farmacovigilanza. Questo processo di monitoraggio della sicurezza dei farmaci dopo la loro immissione sul mercato è cruciale per identificare e mitigare eventuali effetti avversi. La disinformazione può ostacolare la farmacovigilanza, diffondendo paure infondate e riducendo la partecipazione del pubblico a programmi di monitoraggio.

La lotta contro la disinformazione non è solo una questione tecnologica, ma anche umana. La prossima volta che vedrete una condivisione sospetta sui social media, pensate alla zietta che potrebbe essere dietro quella condivisione, e riflettete su come possiamo tutti contribuire a un’informazione più accurata e responsabile.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
1 Comment
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
1
0
Ci interessa la tua opinione, lascia un commento!x