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Preoccupante aumento dei pazienti infartuati in italia: ecco i dati dai principali studi cardiologici

il 55° congresso nazionale di cardiologia anmco a rimini ha rivelato nuovi dati allarmanti sulla gestione degli infartuati e la prevenzione cardiovascolare
  • 2.800 pazienti coinvolti nello studio Eyeshot-2 che hanno delineato la gestione intraospedaliera degli infartuati.
  • Nel 60% dei pazienti dimessi è stata utilizzata la terapia combinata (statina + ezetimibe) per la riduzione del colesterolo.
  • Il tasso di mortalità intraospedaliera per infarto è diminuito dal 2.3% del 2015 all'1.8% per il NStemi e dal 3.9% al 2.8% per lo Stemi.
  • Lo studio Bring-Up Prevenzione ha coinvolto 4.790 pazienti over 67 per verificare l'adesione alle raccomandazioni cliniche.
  • Il 55% dei pazienti a rischio cardiovascolare ha raggiunto i valori target di LDL.

Il 55° Congresso Nazionale di Cardiologia dell’Anmco, tenutosi a Rimini dal 16 al 18 maggio 2024, ha rappresentato un’importante occasione per discutere e presentare i risultati di studi cruciali nel campo della cardiologia. Tra i principali temi trattati, spiccano i dati relativi alla gestione intraospedaliera dei pazienti infartuati e la prevenzione cardiovascolare. Questi argomenti sono stati approfonditi attraverso studi come l’Eyeshot-2 e il Bring-Up Prevenzione, che hanno fornito una fotografia dettagliata della situazione attuale e delle sfide future.

Gestione Intraospedaliera dei Pazienti Infartuati: Lo Studio Eyeshot-2

Durante il congresso, sono stati presentati i risultati dello studio Eyeshot-2, un registro nazionale multicentrico prospettico che ha coinvolto 2.800 pazienti consecutivi con diagnosi di infarto miocardico acuto, ricoverati in 183 terapie intensive cardiologiche italiane nel febbraio 2024. Questo studio ha fornito una fotografia dettagliata della gestione intraospedaliera dei pazienti ricoverati per infarto miocardico.

L’età media della popolazione studiata era di 69 anni, con il 37% dei pazienti di età superiore ai 75 anni e il 27% di sesso femminile. Il 7,2% dei pazienti aveva meno di 50 anni, con una prevalenza di coronaropatia con interessamento di un solo vaso (53,2%) e il 9,5% presentava coronarie esenti da lesioni significative, nonostante la diagnosi finale di infarto.

Per le forme di infarto che non richiedono la riapertura immediata della coronaria responsabile (NStemi), il ricorso precoce all’esame coronografico entro 24 ore è risultato più frequente nella popolazione di pazienti giovani (età <55 anni) e nei centri con sala di emodinamica in situ. Questo indipendentemente dal rischio di eventi avversi, evidenziando una strategia consolidata.

Lo studio ha registrato un aumento significativo del ricorso alla rivascolarizzazione percutanea (Pci) e una riduzione dei tempi dall’ingresso in ospedale alla Pci, soprattutto nei centri dotati di laboratorio di emodinamica, che rappresentano circa la metà delle cardiologie italiane. Il 90% dei pazienti con infarto è stato sottoposto ad angioplastica, con un tasso di casi trattati in modo conservativo inferiore rispetto alla precedente edizione dello studio del 2015.

La mortalità intraospedaliera ha mostrato una riduzione significativa rispetto allo studio del 2015, passando dal 2,3% all’1,8% nel NStemi e dal 3,9% al 2,8% nello Stemi. Questi tassi di mortalità sono i più bassi registrati nei registri Anmco degli ultimi 25 anni. Inoltre, tutti i trattamenti raccomandati sono stati altamente prescritti, con un maggiore impiego della terapia di combinazione (statina + ezetimibe) utilizzata nel 60% dei pazienti dimessi e nuovi farmaci per l’ipercolesterolemia, come gli inibitori di PCSK9, prescritti alla dimissione solo nel 5% dei casi.

Prevenzione Cardiovascolare: Lo Studio Bring-Up Prevenzione

Un altro studio di grande rilevanza presentato al congresso è stato il Bring-Up Prevenzione, avviato dalla Fondazione Per il Tuo Cuore Anmco e condotto dal 15 settembre 2023 al 29 febbraio 2024. Questo studio osservazionale, prospettico e multicentrico ha coinvolto 4.790 pazienti over 67 in 189 ospedali italiani, con una distribuzione geografica del 33% al Sud, 47,1% al Nord e 19,8% al Centro.

Il Bring-Up Prevenzione si è basato su programmi educazionali e sulla raccolta dati dei pazienti, con l’obiettivo di ridurre il divario tra le raccomandazioni disponibili e la pratica clinica. I risultati hanno mostrato che il 55% dei pazienti a rischio cardiovascolare ha raggiunto i valori target di LDL, il cosiddetto ‘colesterolo cattivo’, inferiori ai 70 milligrammi per decilitro.

Tuttavia, il 30% dei pazienti coinvolti nello studio era diabetico, il 20% fumatori attivi e il 20% obesi, evidenziando la necessità di fare di più per la prevenzione e l’adeguatezza degli stili di vita. Domenico Gabrielli, Direttore Uoc Cardiologia del Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma e presidente della Fondazione Per il Tuo Cuore, ha sottolineato che c’è ancora molto lavoro da fare sulla prevenzione cardiovascolare, non solo secondaria.

Allarme Fumo e Obesità

Le malattie cardiovascolari continuano a rappresentare una delle principali cause di mortalità in Italia, con circa 150.000 casi di infarto all’anno. Un fattore di rischio significativo è rappresentato dal fumo e dall’obesità, che incidono per oltre il 20% dei pazienti. Molti di questi pazienti non sanno come gestire adeguatamente questi fattori di rischio, rendendo indispensabile un maggiore impegno nella prevenzione e nell’educazione sanitaria.

Il congresso ha evidenziato come il numero maggiore di pazienti dimessi vivi dopo il trattamento delle sindromi coronariche acute (Sca) e la rivascolarizzazione siano esposti a trattamenti di prevenzione secondaria. Tuttavia, oltre il 30% dei pazienti ricoverati per un evento aterotrombotico acuto ha un’ulteriore ospedalizzazione nell’anno successivo alla dimissione, indicando che l’adesione alle raccomandazioni delle linee guida sulle strategie di prevenzione secondaria è ancora insufficiente.

Bullet Executive Summary

In conclusione, il 55° Congresso Nazionale di Cardiologia dell’Anmco ha messo in luce importanti progressi nella gestione intraospedaliera dei pazienti infartuati e nella prevenzione cardiovascolare, ma ha anche evidenziato la necessità di un maggiore impegno nella prevenzione primaria e secondaria. Gli studi Eyeshot-2 e Bring-Up Prevenzione hanno fornito dati preziosi che guideranno le future strategie terapeutiche e preventive.

Una nozione base di farmaceutica correlata al tema principale dell’articolo riguarda l’importanza della terapia combinata per la riduzione del colesterolo, come l’uso di statine in combinazione con ezetimibe, che ha dimostrato di essere efficace nel raggiungere i valori target di LDL.

Una nozione avanzata di farmaceutica applicabile al tema dell’articolo riguarda l’uso degli inibitori di PCSK9, una classe di farmaci relativamente nuova che ha mostrato promettenti risultati nella riduzione del colesterolo LDL nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare, sebbene il loro utilizzo sia ancora limitato.

Il progresso nella gestione delle malattie cardiovascolari è evidente, ma la strada verso una prevenzione efficace e diffusa è ancora lunga. È fondamentale continuare a investire nella ricerca, nell’educazione sanitaria e nell’adozione delle migliori pratiche cliniche per migliorare ulteriormente i risultati per i pazienti.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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