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Scopri i 3 modi in cui la genetica può migliorare l’efficacia del semaglutide

Uno studio rivoluzionario mostra come specifici geni possano influenzare la perdita di peso con il semaglutide, aprendo nuove strade per la medicina personalizzata.
  • I pazienti con varianti genetiche dell''intestino affamato' hanno perso in media il 14,4% del peso corporeo dopo nove mesi rispetto al 10,3% dei partecipanti senza questo profilo genetico.
  • Il costo elevato del Wegovy (semaglutide) è di 1.349,02 dollari al mese, rendendo essenziale l'uso di marcatori genetici per ottimizzare l'efficacia del trattamento.
  • Un altro studio ha rivelato che il semaglutide può ridurre il rischio di eventi cardiovascolari del 20% in persone con sovrappeso o obesità, indipendentemente dalla perdita di peso.

Lunedì, i ricercatori hanno presentato uno studio innovativo durante il meeting Digestive Disease Week di Washington, evidenziando come specifici geni possano aiutare a identificare i pazienti affetti da obesità che hanno maggiori probabilità di rispondere al farmaco per la perdita di peso Wegovy (semaglutide) di Novo Nordisk A/S. Questo studio ha coinvolto 84 pazienti a cui è stato prescritto Wegovy per l’obesità. I risultati hanno mostrato che i pazienti con varianti genetiche associate al cosiddetto “intestino affamato” hanno perso in media il 14,4% del peso corporeo dopo nove mesi e il 19,5% dopo un anno. Al contrario, i partecipanti senza questo profilo genetico hanno perso solo il 10,3% del peso corporeo dopo nove mesi e non hanno registrato ulteriori perdite entro i 12 mesi.

Il dottor Andres Acosta della Mayo Clinic di Rochester, Minnesota, ha sottolineato l’importanza di questi risultati, soprattutto considerando il costo elevato di Wegovy, che ha un prezzo di listino mensile di 1.349,02 dollari. I marcatori genetici potrebbero essere utilizzati per identificare i pazienti con maggiori probabilità di beneficiare del farmaco, ottimizzando così le decisioni terapeutiche e riducendo i costi complessivi della gestione dell’obesità.

Benefici Cardiovascolari del Semaglutide

Un altro studio presentato al congresso dell’European Association for the Study of Obesity ha rivelato che il semaglutide, un agonista GLP1 utilizzato per il trattamento del diabete di tipo 2, può ridurre significativamente il rischio di infarti, ictus e morte cardiovascolare in persone sovrappeso o obese con malattie cardiache, indipendentemente dalla perdita di peso. Questo effetto benefico diretto sul sistema cardiovascolare è stato osservato anche in pazienti che non hanno perso peso significativo.

Lo studio ha coinvolto persone con sovrappeso o obesità che avevano già avuto un infarto, un ictus o soffrivano di arteropatia periferica. I partecipanti hanno ricevuto semaglutide per controllare la glicemia, e i risultati hanno dimostrato una riduzione del 20% del rischio cardiovascolare. John Deanfield dell’University College di Londra, coordinatore dell’indagine, ha spiegato che i benefici cardiovascolari del semaglutide sono indipendenti dalla perdita di peso e potrebbero essere dovuti alla presenza di recettori GLP1 sull’endotelio delle arterie o a una migliore qualità della dieta dei pazienti trattati con il farmaco.

Il Ruolo della Genetica nella Perdita di Peso con Semaglutide

Uno studio recente ha dimostrato che la risposta alla perdita di peso con il semaglutide è fortemente influenzata dalla genetica. Le persone con il fenotipo dell’intestino affamato, identificabile attraverso un test genetico, possono perdere quasi il doppio del peso rispetto a chi non possiede questo profilo genetico. Dopo 9 mesi di terapia, i pazienti con questo fenotipo hanno perso in media 14,4 libbre (circa 6,5 kg), mentre gli altri hanno perso 10,3 libbre (4,7 kg). A 12 mesi, i pazienti con l’intestino affamato hanno perso 19,5 libbre (8,8 kg), rispetto alle 10 libbre (4,5 kg) degli altri.

Questo test del fenotipo potrebbe essere impiegato nella pratica clinica per selezionare i soggetti che rispondono meglio al semaglutide, migliorando così l’efficacia della terapia e riducendo i costi associati a trattamenti inefficaci.

Prospettive Future e Implicazioni Cliniche

Il semaglutide potrebbe trasformarsi in un importante presidio di salute pubblica, come emerge dai risultati di uno studio su oltre 17.600 persone presentato dai ricercatori dell’University College London al Congresso Europeo sull’Obesità. I partecipanti al trial, che avevano un indice di massa corporea superiore a 27 e avevano già avuto un evento cardiovascolare, hanno assunto una dose settimanale di semaglutide di 2,5 milligrammi o un placebo per una media di 40 mesi. I risultati hanno mostrato una riduzione del 20% del rischio di infarto, ictus o morte per eventi cardiovascolari.

Degli 8.803 pazienti che hanno assunto semaglutide, solo il 6,5% ha avuto un evento cardiovascolare, rispetto all’8% del gruppo placebo. Questo suggerisce che il semaglutide potrebbe diventare un farmaco prescritto di routine per il trattamento dei problemi cardiovascolari, analogamente a quanto avvenuto negli anni ’90 con le statine.

Bullet Executive Summary

In conclusione, il semaglutide rappresenta una svolta significativa nel trattamento dell’obesità e delle malattie cardiovascolari. La scoperta che specifici profili genetici possono influenzare l’efficacia del farmaco apre nuove strade per la medicina personalizzata, permettendo di ottimizzare i trattamenti e ridurre i costi. Inoltre, i benefici cardiovascolari indipendenti dalla perdita di peso rendono il semaglutide un’opzione terapeutica promettente per una vasta gamma di pazienti.

Nozione base di farmaceutica: Il semaglutide è un agonista del recettore GLP1, utilizzato principalmente per il trattamento del diabete di tipo 2. Agisce aumentando la secrezione di insulina e riducendo la secrezione di glucagone, contribuendo così a controllare i livelli di zucchero nel sangue.

Nozione avanzata di farmaceutica: Gli agonisti del recettore GLP1, come il semaglutide, possono influenzare vari sistemi corporei attraverso la modulazione dei recettori GLP1 presenti in diversi tessuti, inclusi il cuore, il fegato e il cervello. Questo può spiegare i benefici cardiovascolari osservati indipendentemente dalla perdita di peso, suggerendo che il semaglutide potrebbe modulare l’infiammazione cronica di basso grado associata all’obesità e alle malattie cardiovascolari.

Questa scoperta stimola una riflessione personale: come possiamo sfruttare al meglio le nuove conoscenze genetiche e farmacologiche per migliorare la nostra salute e prevenire malattie gravi? La medicina personalizzata potrebbe essere la chiave per un futuro più sano e sostenibile.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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