E-Mail: [email protected]
- Nuova convenzione: farmacie presidio sanitario dopo 26 anni.
- Farmacie offrono prenotazioni, vaccini, telemedicina e test cronici.
- Test diagnostici: farmacista rilascia "referto o attestato di esito".
- Aggiornamento farmacisti ogni 36 mesi per formazione continua.
- Articolo 20: criteri per vaccini, telemedicina e test.
Ecco l’articolo riformulato:
La Farmacia dei Servizi: Una Rivoluzione nel Sistema Sanitario Italiano
Il sistema sanitario italiano sta vivendo una fase di profondo cambiamento, caratterizzata da una notevole evoluzione del ruolo delle farmacie. La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 19 marzo 2025, della nuova Convenzione tra il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e le farmacie, sia pubbliche che private, costituisce un punto di svolta lungamente atteso, precisamente da 26 anni. Tale accordo riqualifica la farmacia come un presidio sanitario di primaria importanza, orientandola verso un modello di “farmacia dei servizi” maggiormente integrato e vicino alle necessità dei cittadini. L’intento principale è quello di assicurare un accesso più uniforme e diffuso ai servizi sanitari, soprattutto per le categorie di persone più vulnerabili, come gli anziani e i malati cronici, anche nelle zone più isolate del territorio nazionale.
La convenzione introduce una serie di nuovi servizi che possono essere forniti in farmacia, tra cui la prenotazione di visite ed esami specialistici, la somministrazione di vaccini, servizi di telemedicina e l’esecuzione di test per il monitoraggio di patologie croniche.
Queste prestazioni, regolate in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, hanno come obiettivo quello di potenziare l’assistenza sanitaria locale; le farmacie si trasformano così in un’importante interfaccia tra la popolazione e il Sistema Sanitario Nazionale.
Esami Diagnostici in Farmacia: Tra Opportunità e Limiti
Nonostante l’ottimismo suscitato dalla nuova convenzione, permangono alcune incertezze riguardo alla reale portata delle innovazioni introdotte nel campo degli esami diagnostici. Pur aprendo alla possibilità per i farmacisti di effettuare test diagnostici, l’accordo suscita dubbi sul concetto di “referto” e sul pericolo di superamento delle competenze professionali. L’allegato 4 dell’accordo stabilisce che il farmacista, prima di eseguire test diagnostici che comportano il prelievo di sangue capillare o di campioni biologici, debba fornire all’utente informazioni sulla tipologia del test, sui rischi e sul significato del risultato, rilasciando un “referto o attestato di esito scritto”.
La questione centrale risiede nell’interpretazione del termine “referto”. La giurisprudenza ha precisato che i test su sangue capillare sono indicati per il controllo di specifiche condizioni patologiche e forniscono una misurazione rapida tramite strisce reattive, senza coinvolgere laboratori di analisi. Resta fermo il divieto per i farmacisti di svolgere attività di prescrizione e diagnosi, nonché di effettuare prelievi di sangue venoso tramite siringhe o dispositivi equivalenti. La “refertazione” deve quindi intendersi come la certificazione dei risultati del lavoro svolto, garantendo la corretta applicazione delle procedure e la responsabilità della corretta esecuzione dell’analisi.
Qualunque sconfinamento in attività riservate ad altre professioni sanitarie, come biologi o chimici, sarebbe considerato illegittimo e illecito. L’accordo richiama esplicitamente la responsabilità del farmacista e gli obblighi informativi, sottolineando che, in caso di inesattezza dei risultati, la responsabilità è legata a eventuali carenze nell’installazione e manutenzione delle apparecchiature, escludendo la possibilità di interpretare l’esito del quesito diagnostico.

Requisiti, Responsabilità e Obblighi: Le Linee Guida per i Farmacisti
L’attività svolta dalle farmacie nel settore delle analisi diagnostiche impone una rigorosa osservanza delle normative vigenti nonché degli standard operativi richiesti. Le strutture farmaceutiche sono tenute a seguire attentamente tanto il Decreto Ministeriale del 16 dicembre 2010, quanto la recente Convenzione Farmaceutica Nazionale, ognuna dotata di specifiche disposizioni da rispettare. Secondo quanto stabilito dal DM citato, è essenziale che vi siano spazi adibiti esclusivamente a tali operazioni; questi ambienti devono garantire non solo un utilizzo sicuro ma anche una corretta manutenzione oltre alla conservazione efficiente dell’attrezzatura medica impiegata. Inoltre, compete al farmacista titolare oppure al direttore della struttura delineare chiaramente funzioni e responsabilità del personale incaricato nel processo analitico, assicurando così installazioni idonee ed efficaci della tecnologia applicativa.
A questo proposito, la preparazione professionale del team risulta fondamentale: ogni membro dello staff sanitario coinvolto nella realizzazione degli esami deve disporre di tutte le competenze indispensabili per portare a termine i test previsti ed essere consapevole circa il corretto funzionamento degli strumenti adottati oltre all’eventuale intervento tecnico necessario su questi ultimi.
È imprescindibile che gli operatori seguano percorsi di formazione continua, con un aggiornamento da effettuarsi almeno ogni trentasei mesi. E’ compito del farmacista informare la clientela in merito alle diverse tipologie di servizi analitici offerti, astenendosi dal menzionare esplicitamente esami di laboratorio che non possono essere processati all’interno della farmacia. In aggiunta, è sua responsabilità chiarire le distinzioni fra un test primario e un’analisi condotta in laboratori specializzati, sottolineando che è essenziale confermare i risultati ottenuti tramite tali test consultandosi con il medico prescrittore.
La recente Convenzione Farmaceutica Nazionale apporta modifiche significative nella modalità di erogazione delle prestazioni, offrendo una normativa più esaustiva e attuale. L’articolo 20 del documento stabilisce criteri precisi riguardo alla somministrazione dei vaccini, alla pratica della telemedicina, così come all’impiego degli strumenti diagnostici e ai test autodiagnostici basati su prelievi ematici capillari. Tali indicazioni includono requisiti quali l’idoneità delle attrezzature mediche e chirurgiche necessarie per affrontare situazioni di emergenza, oltre alla disponibilità imprescindibile dei servizi igienico-sanitari appropriati.
L’esecuzione di test diagnostici richiede la conformità alle Linee guida illustrate nell’Allegato 4 della Convenzione, le quali stabiliscono un protocollo operativo ben definito. È essenziale effettuare una comunicazione anticipata alla ASL competente.
Verso un Futuro della Farmacia: Prossimità, Servizi e Responsabilità
La nuova convenzione rappresenta un passo significativo verso una farmacia più integrata nel sistema sanitario, capace di offrire una vasta gamma di servizi ai cittadini. Tuttavia, è fondamentale che i farmacisti operino nel rispetto delle proprie competenze, evitando sconfinamenti in ambiti riservati ad altre professioni sanitarie. La corretta interpretazione del concetto di “referto” e l’adozione di protocolli operativi rigorosi sono elementi chiave per garantire la qualità e l’affidabilità dei servizi offerti.
L’innovazione farmaceutica, in questo contesto, si manifesta nella capacità di trasformare la farmacia in un hub di servizi sanitari di prossimità, sfruttando le nuove tecnologie e le competenze professionali per migliorare l’accesso alle cure e la qualità della vita dei cittadini. Il successo di questa trasformazione dipenderà dalla capacità di tutti gli attori coinvolti di collaborare in modo sinergico, nel rispetto dei ruoli e delle responsabilità di ciascuno.
Gentili lettori, consideriamo brevemente questo aspetto: l’innovazione nel settore farmaceutico si configura non soltanto come creazione di nuovi medicinali ma implica anche una ridefinizione dei metodi attraverso cui i servizi sanitari vengono resi accessibili ai cittadini. Prendete in considerazione l’immagine della vostra farmacia locale: essa rappresenta non solo una sorgente di approvvigionamento terapeutico ma si distingue altresì come centro d’assistenza pronto a fornire consulti specialistici e a somministrare vaccini. Questo incarna davvero lo spirito dell’innovazione! Un concetto fondamentale nell’ambito del business case farmacologico consiste nella necessità vitale di ampliare l’offerta dei propri servizi al fine di incrementare sia il profitto che l’importanza del ruolo delle farmacie all’interno del panorama sanitario generale. A livello più sofisticato emerge inoltre l’esigenza essenziale d’integrare le prestazioni offerte dalle strutture farmacologiche con quelle dell’infrastruttura informatica sanitaria per salvaguardare una continuità nelle terapie oltre che uno scambio fluido di informazioni tra gli operatori della salute. Concepite dunque uno scenario avveniristico dove la farmacia funge da fulcro strategico all’interno di una rete sanitaria dotata d’intelligenza artificiale tale da garantire ai cittadini accesso immediato a prestazioni su misura ed efficaci – ciò non appartiene al regno della fantascienza bensì rappresenta il traguardo verso cui stiamo tendendo sin da oggi.