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- Registrati 849 nuovi casi di Covid in una settimana nella Regione.
- Nel Regno Unito, i test Covid positivi sono aumentati dal 4% a fine marzo al 14% a fine giugno.
- In Lombardia, 54mila casi di sindromi simil-influenzali sono stati segnalati tra il 15 e il 21 luglio.
- Il 13% dei tamponi naso-faringei è risultato positivo per SARS-CoV-2.
Raffreddore, mal di orecchie, febbre. L’estate non sembra spazzare via i virus para-influenzali, una contraddizione solo apparente. “Non lo è”, spiega il dottor Umberto Quiriconi. Gli sbalzi di temperatura dovuti ai condizionatori, sia in auto che nei supermercati, possono provocare questi problemi, ormai diffusi. La classica “frescata” con rinite diventa comunque contagiosa, riaffiorando sotto “mentite spoglie” come il Covid. Attualmente, sono in circolazione le varianti Kp2 e Kp3, con effetti attenuati grazie ai vaccini. Il virus cambia veste per non uccidere l’ospite e cerca di coabitare a lungo. Non si registrano casi gravi, ma è importante prestare attenzione, facendo tamponi e usando mascherine e distanze, specialmente in presenza di parenti anziani o fragili, come malati cronici o persone in terapie oncologiche o cortisoniche, e operatori sanitari. L’intervento è il solito: antinfiammatori ed eventualmente antipiretici.
L’ultimo aggiornamento della Regione sulla diffusione del Coronavirus nella versione “estiva” parla di 849 nuovi casi in una settimana, con 113 nella nostra provincia, per un totale di oltre 180mila contagi dall’inizio della pandemia ad oggi.
Il Boom dei Virus Respiratori: Le Cause
Il fenomeno del boom di infezioni respiratorie non è limitato all’Italia. Anche nel Regno Unito, secondo l’Health Security Agency, i test Covid positivi sono aumentati dal 4% a fine marzo al 14% a fine giugno, con punte del +17% al 10 luglio. Il ricercatore Allen Haddrell della School of Chemistry dell’Università di Bristol spiega la recrudescenza delle infezioni da Sars-CoV-2 con diversi fattori: nuove varianti virali, vacanze, viaggi e maxi eventi senza restrizioni. Ma chiama in causa anche l’aria condizionata. “Negli uffici”, osserva Haddrell, “le persone usano l’aria condizionata senza aprire le finestre, il che potrebbe non rinfrescare adeguatamente l’ambiente. I condizionatori raffreddano l’aria, la spingono intorno e ‘sigillano’ l’edificio, il che potrebbe portare a un aumento della trasmissione dei virus”.
Interpellato dall’Adnkronos Salute, il virologo Fabrizio Pregliasco ricorda che “nei momenti acuti della pandemia, l’aria condizionata era quasi criminalizzata”. Ora il tormentone riprende, ma Pregliasco distingue: il potenziale rischio infettivo esiste, come evidenziato dagli studi iniziali in Cina durante l’emergenza coronavirus, ma è concreto solo se l’aria condizionata è mal gestita, senza assicurare un buon ricambio. I problemi sono legati soprattutto agli impianti industriali non regolati correttamente, che non garantiscono un buon raffrescamento indoor con l’utilizzo di aria fresca e la riduzione del riciclo dell’aria.
Il Caso della Lombardia: Dati e Analisi
In Lombardia, dal 15 al 21 luglio, si sono registrati 54mila casi di sindromi simil-influenzali, Covid compreso, segnalati dai 143 medici-sentinella lombardi, con un’incidenza di 5,5 casi ogni 1.000 assistiti. L’incidenza è pari a 14,6‰ tra i bambini di 0-4 anni, 6,5‰ tra i ragazzi di 5-14 anni, 5‰ tra gli adulti di 15-64 anni e 2,7‰ tra gli over-65enni. Nessun campione è risultato positivo per il virus influenzale e il virus respiratorio sinciziale (RSV). Tuttavia, il 13% dei tamponi naso-faringei è risultato positivo per SARS-CoV-2, mentre il 20% ha rilevato la presenza di enterovirus, il 13% di rhinovirus, il 10% di adenovirus e il 3% di virus parainfluenzali e parechovirus.
L’uso smodato dell’aria condizionata è sotto accusa. “Negli uffici”, spiega Allen Haddrell, “le persone usano l’aria condizionata senza aprire le finestre, il che potrebbe non rinfrescare adeguatamente l’ambiente. I condizionatori raffreddano l’aria, la spingono intorno e ‘sigillano’ l’edificio, il che potrebbe portare a un aumento della trasmissione dei virus”. Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’Università Statale di Milano, ricorda che “nei momenti acuti della pandemia, l’aria condizionata era quasi criminalizzata”. Ora il tormentone riprende, ma Pregliasco distingue: il potenziale rischio infettivo esiste, come evidenziato dagli studi iniziali in Cina durante l’emergenza coronavirus, ma è concreto solo se l’aria condizionata è mal gestita, senza assicurare un buon ricambio.
Gestione Corretta dell’Aria Condizionata
La gestione corretta dell’aria condizionata fa la differenza, non solo in ufficio ma anche negli ambienti domestici. Una buona ventilazione e il ricambio d’aria con l’apertura delle finestre possono evitare l’accumulo di droplets, le goccioline respiratorie che possono essere vettori di virus. Il ricambio d’aria e la manutenzione sono elementi principali. A livello casalingo, si ottiene assicurando un costante ricambio con l’arieggiamento delle stanze. Pregliasco insiste sull’importanza di un uso responsabile del condizionatore. Contro le infezioni respiratorie, è necessario prestare attenzione agli sbalzi di temperatura. Serve una climatizzazione prudente nel passaggio caldo-freddo/freddo-caldo, per permettere all’organismo un adattamento lento e progressivo.
Se si tiene l’aria condizionata a 20 gradi o meno con una temperatura esterna di 40 gradi, entrare dall’ambiente “frigorifero” mette sotto stress il nostro fisico. Per gli impianti domestici, è fondamentale eseguire una manutenzione periodica prima di utilizzare il condizionatore, pulire i filtri e far andare la macchina con le finestre aperte per “liberarla” dalla polvere.
Bullet Executive Summary
In conclusione, il boom di infezioni respiratorie durante l’estate, aggravato dall’uso dell’aria condizionata, rappresenta un fenomeno complesso e multifattoriale. La gestione corretta degli impianti di climatizzazione, sia in ambito industriale che domestico, è cruciale per ridurre il rischio di trasmissione virale. La ventilazione e il ricambio d’aria sono elementi essenziali per mantenere un ambiente salubre. È importante prestare attenzione agli sbalzi di temperatura e utilizzare il condizionatore in modo responsabile.
Nozione base di farmaceutica: Gli antinfiammatori non steroidei (FANS) sono comunemente utilizzati per alleviare i sintomi delle infezioni respiratorie, come febbre e dolori. Questi farmaci agiscono inibendo la produzione di prostaglandine, sostanze chimiche che causano infiammazione e dolore.
Nozione avanzata di farmaceutica: La gestione delle infezioni respiratorie può beneficiare dell’uso di antivirali specifici, come gli inibitori della neuraminidasi per l’influenza. Questi farmaci agiscono bloccando un enzima che il virus utilizza per diffondersi da una cellula all’altra, riducendo così la gravità e la durata dell’infezione.
- Sito ufficiale della Scuola di Chimica dell'Università di Bristol, importante per approfondire le ricerche del dottor Allen Haddrell sulla recrudescenza delle infezioni da Sars-CoV-2
- Pagina ufficiale della Regione Lombardia sulla gestione della pandemia da COVID-19, con informazioni e dati sulla diffusione del virus nella regione.
- Dati ufficiali delle infezioni da COVID-19 nel Regno Unito