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- La gara d'appalto d'emergenza dell'UNICEF mira a garantire la disponibilità di vaccini, con accordi per un massimo di 12 milioni di dosi fino al 2025.
- Oltre 18.000 casi sospetti di Mpox e 629 decessi segnalati nella Repubblica Democratica del Congo nel 2024.
- Lo studio italiano ha coinvolto 541 pazienti e ha identificato la carica virale come fattore predittivo per la gravità dell'infezione.
- Nuovo test rapido sviluppato in Romagna, con risultati in meno di un'ora e costi ridotti rispetto ai test di laboratorio tradizionali.
L’UNICEF ha recentemente lanciato una gara d’appalto d’emergenza per l’acquisto di vaccini contro il virus Mpox, una mossa cruciale per contenere l’epidemia dichiarata emergenza di salute pubblica dall’Africa CDC e dall’OMS. Questa iniziativa mira a garantire la disponibilità di vaccini nei Paesi più colpiti, in collaborazione con Africa CDC, Gavi, l’OMS, l’Organizzazione Panamericana della Sanità e altri partner.
La gara d’appalto prevede la stipula di accordi di fornitura condizionati con i produttori di vaccini, permettendo all’UNICEF di acquistare e spedire i vaccini senza ritardi una volta assicurati i finanziamenti e confermata la domanda. L’OMS sta attualmente esaminando le informazioni presentate dai produttori e prevede di completare l’esame per l’inserimento nella lista per l’uso in emergenza entro metà settembre.
Quest’anno, nella Repubblica Democratica del Congo, epicentro della crisi, sono stati segnalati oltre 18.000 casi sospetti di Mpox, con 629 decessi, di cui quattro su cinque riguardano bambini. La Direttrice della UNICEF Supply Division, Leila Pakkala, ha sottolineato l’importanza di affrontare l’attuale carenza di vaccini e di garantire un accesso equo alle comunità bisognose.
La gara d’appalto d’emergenza è stata concepita per garantire l’accesso immediato ai vaccini disponibili e per espandere la produzione, con la possibilità di stipulare accordi per un massimo di 12 milioni di dosi fino al 2025. Oltre ai vaccini, UNICEF e partner stanno dando priorità alla prevenzione e al controllo dei contagi, alla sensibilizzazione sul rischio e al coinvolgimento delle comunità.
Studio italiano sui fattori di rischio dell’Mpox
Uno studio italiano ha recentemente identificato i fattori che aumentano i rischi di ammalarsi di Mpox, con particolare attenzione alla carica virale. Valori elevati nelle vie respiratorie superiori nella prima settimana di infezione sono stati identificati come un possibile elemento predittivo di grave infezione da Mpox.
Il gruppo Mpox-Icona, che coinvolge esperti di diversi centri e atenei italiani, ha valutato i predittori della durata di Mpox, analizzando la cinetica dei marcatori infiammatori e descrivendo il rilevamento del DNA del virus nei fluidi corporei dopo la guarigione clinica. Lo studio, pubblicato su ‘eBioMedicine’, ha dimostrato che una maggiore quantità di virus nell’organismo aumenta la probabilità di forme gravi della malattia.
Lo studio ha coinvolto 541 pazienti, con un’età media di 38 anni, di cui 215 hanno sviluppato forme gravi di Mpox. Nessuno dei pazienti è deceduto. Gli esperti hanno osservato che il rischio di sviluppare malattia grave diminuiva di circa il 5% per ogni aumento di Ct, un valore che indica una bassa carica virale.
Questi risultati potrebbero aiutare a mettere a punto una strategia di laboratorio con parametri misurabili di evoluzione clinica sfavorevole nelle primissime fasi dell’infezione, facilitando l’inizio tempestivo del trattamento antivirale o l’indicazione per l’ospedalizzazione, in particolare tra le persone più vulnerabili.
- Fantastica iniziativa dell'UNICEF! 🌍👏......
- Critiche pesanti sull'approccio di UNICEF... 🤔❗......
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Mpox in Africa: il caso del Congo
La Repubblica Democratica del Congo è attualmente l’epicentro della diffusione del Mpox, con una situazione di crisi interna che ha favorito la corsa del contagio. Il Direttore Generale dell’OMS ha annunciato che i vaccini arriveranno nei prossimi giorni, ma la situazione rimane critica.
La crisi interna del Congo ha creato condizioni favorevoli per la diffusione del virus, rendendo difficile arginare il contagio. Le autorità sanitarie stanno lavorando per implementare misure di prevenzione e controllo, ma la situazione richiede un intervento rapido e coordinato a livello internazionale.
La distribuzione di vaccini e la sensibilizzazione della popolazione sono cruciali per contenere l’epidemia. L’UNICEF e i suoi partner stanno lavorando per garantire che i vaccini raggiungano le comunità più colpite, ma la strada da percorrere è ancora lunga.
Nuovo test rapido per il Mpox dalla Romagna
In Romagna, tra Forlì e Cesena, è stato sviluppato un nuovo test rapido ed economico per frenare l’epidemia di Mpox in Africa. Il progetto, nato dalla collaborazione tra il laboratorio di microbiologia dell’Ausl Romagna, l’Università di Bologna e la start-up Xenturion Diagnostics, è attualmente in fase di convalida attraverso un’organizzazione internazionale.
Il nuovo test, diretto dal microbiologo Vittorio Sambri, è stato progettato per essere utilizzato sul campo, anche nei villaggi africani più sperduti. Il test è rapido, fornendo risultati in meno di un’ora, e semplice da eseguire, richiedendo solo un piccolo strumento portatile. Inoltre, è finanziariamente sostenibile, costando molto meno di un test di laboratorio nei Paesi occidentali.
Nonostante la minore sensibilità rispetto ai test classici, il nuovo test rappresenta una buona strategia di contenimento, vista l’importanza di agire rapidamente per evitare la diffusione del virus. In Europa, sono stati individuati solo due casi della variante Clade 1, la più contagiosa per via aerea, ma la situazione è sotto controllo grazie alla disponibilità di test e vaccini specifici.
Bullet Executive Summary
In conclusione, l’iniziativa dell’UNICEF per l’acquisto di vaccini contro il Mpox rappresenta un passo fondamentale nella lotta contro questa emergenza sanitaria globale. La collaborazione internazionale e l’implementazione di nuove tecnologie diagnostiche, come il test rapido sviluppato in Romagna, sono cruciali per contenere l’epidemia e proteggere le comunità più vulnerabili.
La carica virale si è rivelata un fattore predittivo chiave per la gravità dell’infezione, offrendo nuove prospettive per la gestione clinica precoce dei casi. La situazione in Congo evidenzia l’importanza di un intervento rapido e coordinato per arginare la diffusione del virus.
Una nozione base di farmaceutica correlata al tema principale dell’articolo riguarda l’importanza della distribuzione equa dei vaccini per garantire che tutte le comunità, indipendentemente dalla loro posizione geografica o situazione economica, abbiano accesso alle cure necessarie. Un concetto avanzato di farmaceutica applicabile al tema è l’uso di biomarcatori per predire la gravità delle infezioni, come dimostrato dallo studio italiano sulla carica virale del Mpox.
Riflettendo su questi temi, emerge l’importanza di un approccio integrato e collaborativo nella gestione delle emergenze sanitarie globali, dove la scienza, la tecnologia e la solidarietà internazionale giocano ruoli fondamentali. La strada verso la risoluzione di queste crisi è complessa, ma con il giusto impegno e cooperazione, è possibile proteggere le popolazioni più fragili e costruire un futuro più sicuro per tutti.