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- Il primo decesso umano per influenza aviaria in Messico confermato dall'OMS.
- Il paziente, un uomo di 59 anni, soffriva di altre malattie e non aveva avuto contatti con volatili.
- L'infettivologo Gianni Rezza sottolinea l'importanza di sistemi di sorveglianza e vaccini pronti.
- Possibili pandemie future potrebbero essere cento volte più aggressive del Covid-19, ma non è certo.
Il Messico ha segnalato il primo decesso umano per influenza aviaria, confermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). La vittima è un uomo di 59 anni, deceduto ad aprile, che soffriva già di altre malattie. Il 22 maggio, il sequenziamento ha confermato che l’uomo aveva contratto il sottotipo A/H5N2, una variante del virus diversa dall’H5N1, responsabile dell’epidemia tra bovini da latte in nove stati americani.
Il rischio per l’uomo e le dichiarazioni di Gianni Rezza
Abbiamo parlato con Gianni Rezza, infettivologo ed epidemiologo che ha lavorato all’Istituto Superiore di Sanità e al Ministero della Salute, oggi professore straordinario di igiene all’Università Vita-Salute del San Raffaele. Rezza ha spiegato che il caso in Messico è isolato e non possiamo prevedere come evolverà la situazione. Non è chiaro dove e come il paziente deceduto abbia contratto l’infezione, dato che sembra non aver avuto contatti con volatili. Le persone con cui è entrato in contatto, una delle quali ha riportato un lieve raffreddore, non sono risultate positive.
Rezza ha sottolineato che, sebbene il caso sia sporadico, non possiamo ignorare i campanelli di allarme. Dopo l’esperienza del Covid-19, si parla di rischio di contagio su scala mondiale. Annunci allarmistici parlano di una prossima pandemia potenzialmente cento volte più aggressiva del Covid-19. Tuttavia, Rezza afferma che non è possibile affermarlo con certezza. Se l’H5N1 dovesse diffondersi, potremmo affrontare un virus con una letalità del 50%, ma non è detto che ciò avvenga. I virus aviari mostrano una forte affinità per i recettori nei polmoni e nella congiuntiva, non tanto per quelli del naso e della gola, principali bersagli dei virus stagionali nell’uomo.
La natura del virus e la sua trasmissione
La natura del virus lo rende poco adatto alla diffusione umana. La sua tendenza a svilupparsi nelle basse vie respiratorie rende difficoltosa la trasmissione nell’uomo. Negli Stati Uniti, i casi umani collegati all’H5N1 sono tre, tutti pazienti che hanno avuto contatti diretti con bovini, vittime di un’importante epidemia in corso. Non ci sono evidenze di trasmissione da uomo a uomo. Il virus ha colpito le vacche.
Dal 2003, uccelli infetti sono stati trovati in tutte le aree del mondo. Il primo grande allarme si è verificato nel 2005, con diversi casi registrati nell’uomo, soprattutto in Paesi dove l’economia di sussistenza si basa sul pollame. Gli uccelli migratori, trasportando la malattia, infettavano animali da cortile e, di conseguenza, le persone esposte. Nel 2006, il primo episodio di trasmissione interumana a Sumatra in Indonesia: una donna prese l’infezione da un animale ammalato e infettò sei membri della famiglia; uno di questi contagiò un’altra persona. Tuttavia, il virus non ha mai acquisito la capacità di trasmettersi da persona a persona in modo efficiente.
Monitoraggio e preparazione
Nonostante non ci siano ulteriori passi verso l’uomo, è essenziale disporre di sistemi di sorveglianza efficienti e di vaccini. Disponiamo di un paio di vaccini progettati ed efficaci contro l’H5N1, praticamente pronti. Potrebbero essere necessari solo piccoli aggiustamenti, basati sulle eventuali mutazioni del virus. Il problema sarebbe avviare la produzione del vaccino su larga scala, che richiederebbe 4-6 mesi. La situazione non è paragonabile a quella con l’arrivo del Covid-19. Esistono antivirali influenzali che, con limitazioni, possono offrire efficacia contro questo virus. È necessario investire e mettere in campo risorse, non per favorire le case farmaceutiche, ma per avere a disposizione prodotti da utilizzare in caso di necessità. È essenziale che la sanità dimostri efficienza: se i pronto soccorso sono sovraffollati e mancano posti in terapia intensiva, come gestire un’ipotetica emergenza? L’azione deve essere rapida e decisa.
Bullet Executive Summary
In conclusione, il primo caso umano di influenza aviaria H5N2 in Messico rappresenta un evento significativo nel panorama della salute pubblica globale. Sebbene il rischio attuale per la popolazione generale sia considerato basso, è fondamentale mantenere un monitoraggio costante e prepararsi adeguatamente per eventuali emergenze future. La disponibilità di vaccini e antivirali, insieme a un sistema sanitario efficiente, sono elementi chiave per affrontare potenziali crisi sanitarie.
Nozione base di farmaceutica: I vaccini sono strumenti cruciali nella prevenzione delle malattie infettive. Essi stimolano il sistema immunitario a riconoscere e combattere specifici patogeni, riducendo la diffusione della malattia.
Nozione avanzata di farmaceutica: La produzione di vaccini su larga scala richiede una pianificazione meticolosa e una logistica complessa. La capacità di adattare rapidamente i vaccini alle mutazioni virali è essenziale per mantenere l’efficacia della protezione immunitaria.
Incoraggiamo i lettori a riflettere sull’importanza della preparazione e della vigilanza nel campo della salute pubblica. La collaborazione tra scienziati, governi e cittadini è fondamentale per affrontare le sfide sanitarie globali e proteggere la salute delle comunità.
- Sito ufficiale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità con informazioni aggiornate sulla situazione dell'influenza aviaria in Messico e nel mondo.
- Il sito ufficiale del Governo Messicano riporta informazioni sulla salute pubblica, comprese le notizie sulla influenza aviaria e le misure di prevenzione