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Vaccini mpox in Africa: ecco come la distribuzione sta cambiando la lotta contro il virus

Scopri come la distribuzione di 100.000 dosi di vaccino nella Repubblica Democratica del Congo e l'introduzione del primo vaccino a mRna stanno rivoluzionando la risposta sanitaria alla crisi di Mpox in Africa.
  • La Repubblica Democratica del Congo ha ricevuto 100.000 dosi di vaccino contro Mpox dalla Commissione Europea.
  • Gli USA hanno donato 10.000 dosi di vaccino alla Nigeria il 27 agosto.
  • Tra gennaio e settembre 2024, registrati 19.393 casi di infezione e 638 decessi nella Repubblica Democratica del Congo.
  • Il 70% delle infezioni colpisce bambini e ragazzi sotto i 15 anni, con un tasso di mortalità del 8,6% per i minori di un anno.
  • Il nuovo vaccino a mRna, mRna-1769, ha dimostrato una durata della malattia ridotta di oltre 10 giorni nei primati.

La distribuzione dei vaccini Mpox in Africa

Recentemente, la Repubblica Democratica del Congo, epicentro della crisi sanitaria, ha ricevuto circa 100.000 dosi di vaccino contro Mpox, una malattia infettiva provocata dal virus Monkeypox, originariamente conosciuta come vaiolo delle scimmie. Questi vaccini sono stati acquistati e spediti dall’agenzia Health Emergency Preparedness and Response, autorità della Commissione Europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie. Questo lotto rappresenta solo una parte dell’impegno dell’Europa a fornire vaccini ai Paesi africani. Inoltre, gli Stati Uniti hanno donato 10.000 dosi alla Nigeria il 27 agosto scorso.

Attualmente sono disponibili tre vaccini per Mpox: il Modified Vaccinia Ankara prodotto dalla Bavarian Nordic (MVA-BN), approvato sia dalla Food and Drug Administration (FDA) che dall’European Medicines Agency (EMA); il LC16m8, sviluppato dalla giapponese KM Biologics e autorizzato esclusivamente in Giappone nell’agosto del 2022; e l’ACAM2000, creato da Emergent BioSolutions e recentemente approvato dalla FDA.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha sottolineato la preoccupazione per l’emergere di un nuovo clade di Mpox, la sua rapida diffusione nell’est della Repubblica Democratica del Congo e i casi segnalati in diversi Paesi limitrofi. Questi sviluppi hanno portato l’OMS a dichiarare la patologia emergenza di salute pubblica internazionale (PHEIC – Public Emergency of International Concern) il 14 agosto, dopo la dichiarazione di emergenza sanitaria pubblica per la sicurezza continentale da parte degli Africa Centres for Disease Control and Prevention.

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La circolazione del virus in Africa

Secondo le stime dell’OMS, nella Repubblica Democratica del Congo si sono registrati circa 19.393 casi di infezione tra gennaio e settembre, inclusi i casi sospetti, con 638 decessi. I bambini, in particolare, presentano un rischio di morte pressoché quadruplo rispetto agli adulti, con un tasso di mortalità dell’8,6% per i minori di un anno e del 2,4% per chi ha più di 15 anni. Nel corso del 2024, sono stati segnalati milioni di episodi di infezione virale in quindici Paesi africani, soprattutto tra i più giovani: il 70% delle infezioni riguarda infatti bambini e ragazzi al di sotto dei 15 anni, con il 39% che include bambini sotto i cinque anni.

A livello globale, tra gennaio 2022 e luglio 2024, l’OMS ha ricevuto segnalazioni di 103.048 infezioni confermate di Mpox in 121 nazioni, con 229 decessi. Inoltre, sono emersi casi di infezione da clade IIb in Paesi non endemici nelle persone che non avevano viaggiato in Africa occidentale o centrale. Questo ha sollevato preoccupazioni sul modo in cui il virus si diffonde a livello internazionale.

La nuova variante: il clade Ib

In Africa, sono presenti tutti i ceppi del virus Mpox, ma la nuova variante, il clade Ib, identificata per la prima volta nella Repubblica Democratica del Congo, è particolarmente preoccupante. Questo clade è stato successivamente individuato anche in Paesi come il Burundi, il Rwanda, l’Uganda e il Kenya. I ceppi del virus sono due: il clade I, più virulento, diffuso soprattutto nell’Africa centrale, e il clade II (suddiviso nei sottotipi IIa e IIb) presente nell’Africa occidentale. Nel 2024 è stato rilevato un ulteriore sottotipo del clade I, il clade Ib, distinto variante precedente ora denominata clade Ia.

Secondo Abdu A. Adamu e colleghi del World Health Organization Region Office for Africa, il ceppo di clade Ib individuato nella Repubblica Democratica del Congo è più trasmissibile tra esseri umani e potrebbe rappresentare un serio rischio per la numerosa popolazione di individui immunocompromessi in Africa. Le modalità di trasmissione dei vari ceppi del virus sembrano differire, richiedendo ulteriori ricerche per comprendere meglio come il virus si diffonde in diversi contesti.

A livello mondiale, dal 1º gennaio 2022 fino al 31 luglio 2024, sono stati segnalati all’OMS da 121 Paesi un totale di 103.048 casi confermati in laboratorio e 186 casi probabili, compresi 229 decessi. La maggioranza dei casi non è associata all’epidemia del clade Ib o alla regione africana. Fino al 2022, i casi registrati fuori dalle aree endemiche erano principalmente di importazione. Tuttavia, due anni fa, in Paesi dove la la malattia non era endemica, sono stati riportati casi di infezione da virus Mpox del clade IIb in persone che non avevano avuto contatti diretti con aree dell’Africa occidentale o centrale.

Il primo vaccino a mRna contro Mpox

Il primo vaccino a RNA messaggero (mRna) contro Mpox, chiamato mRna-1769 e sviluppato da Moderna, ha dimostrato una maggiore efficacia rispetto ai vaccini attualmente in uso nel ridurre i sintomi e la durata della malattia nei primati. Alec Freyn, virologo di Moderna, ha affermato che il vaccino a mRna ha mostrato “una risposta migliore in termini di protezione, un minor numero di lesioni, una durata più breve della malattia e una minore diffusione virale nel sangue e nelle vie respiratorie.”

Finora, il vaiolo delle scimmie è stato contenuto dai vaccini a vettori virali, che utilizzano una forma attenuata del virus per stimolare il sistema immunitario. Tuttavia, i vaccini a base di mRna sono progettati sfruttando solo le parti degli agenti infettivi che hanno la maggiore probabilità di indurre una risposta immunitaria efficace a lungo termine. Il vaccino mRna-1769 è costituito da quattro antigeni che agevolano l’ingresso e l’attacco del virus alle cellule dell’ospite.

Gli scienziati hanno confrontato il vaccino a mRna con quello attualmente in uso su due gruppi di sei macachi esposti a un ceppo letale di vaiolo delle scimmie. Tutti gli animali vaccinati sono sopravvissuti, mentre cinque dei sei primati nel gruppo di controllo sono morti. I macachi che hanno ricevuto il nuovo vaccino a mRna hanno perso meno peso e presentato meno lesioni, con una durata della malattia ridotta di oltre 10 giorni.

Moderna sta testando l’mRna-1769 anche su volontari umani per determinare la sicurezza, la tollerabilità e la risposta immunitaria a diverse dosi del vaccino. L’OMS ha recentemente dichiarato l’epidemia di vaiolo delle scimmie in Africa nuovamente un’emergenza sanitaria globale.

Tra gennaio 2022 e giugno 2024, sono stati confermati 99.176 casi e 208 decessi in tutto il mondo.

Bullet Executive Summary

La distribuzione dei vaccini contro Mpox in Africa rappresenta un passo cruciale nella lotta contro questa malattia infettiva, ma è evidente che sono necessari ulteriori studi sull’epidemiologia e le modalità di trasmissione del virus. La nuova variante, il clade Ib, e l’introduzione del primo vaccino a mRna contro Mpox offrono nuove speranze, ma anche nuove sfide. La collaborazione internazionale e la ricerca scientifica sono fondamentali per contenere e sconfiggere questa patologia.

Nozione base di farmaceutica: i vaccini a mRna rappresentano una tecnologia innovativa che utilizza frammenti di RNA messaggero per indurre una risposta immunitaria, offrendo una protezione potenzialmente più efficace e duratura rispetto ai vaccini tradizionali.

Nozione avanzata di farmaceutica: la tecnologia dei vaccini a mRna permette di selezionare specifici antigeni patogeni che possono generare una risposta immunitaria potente ed efficace, riducendo così la durata della malattia e la trasmissione del virus. Questo approccio potrebbe rivoluzionare la prevenzione delle malattie infettive e mitigare future minacce pandemiche.

In conclusione, la lotta contro Mpox richiede un impegno globale e coordinato. La distribuzione dei vaccini, l’innovazione tecnologica e la ricerca scientifica sono strumenti essenziali per affrontare questa emergenza sanitaria. La comunità internazionale deve continuare a lavorare insieme per proteggere le popolazioni più vulnerabili e prevenire la diffusione del virus.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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