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- Il decreto entrerà in vigore il 27 luglio 2024, preoccupando le associazioni della canapa.
- Il settore della canapa in Italia vale 500 milioni di euro e conta 10 mila posti di lavoro.
- Un sondaggio indica che 9 intervistati su 10 ritengono che le nuove regole peggioreranno la qualità della vita e le condizioni di salute.
Il 6 luglio 2024, il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha pubblicato un decreto che inserisce il cannabidiolo (CBD), uno dei principi attivi della cannabis, tra i farmaci sotto stretto controllo stupefacenti. Questo decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, prevede l’inserimento delle composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di cannabis nella Tabella dei medicinali – sezione B, ai sensi del decreto Presidente della Repubblica 309/1990.
Il decreto entrerà in vigore il prossimo 27 luglio, suscitando preoccupazioni tra le associazioni e gli imprenditori del settore della canapa. La decisione del ministro Schillaci arriva prima del pronunciamento del Tar del Lazio, atteso per il 16 settembre 2024, sul ricorso presentato dall’Ici (Imprenditori Canapa Italia). Questo ricorso era stato accolto dal Tribunale amministrativo il 5 ottobre 2023, sospendendo l’efficacia del decreto precedente che limitava l’uso del CBD.
Le Reazioni del Settore della Canapa
Le associazioni e gli imprenditori del settore della canapa sono in allarme. La decisione del ministro Schillaci di accelerare i tempi senza aspettare la decisione finale del Tar del Lazio ha suscitato proteste. Marco Perduca, dell’associazione Luca Coscioni, ha commentato: “A mancanza di considerazione per le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e la letteratura scientifica che prevedono il CBD come terapia prescrivibile per molte condizioni, il ministro Schillaci ha assunto la responsabilità di forzare la mano.”
Il settore della canapa in Italia, che vale 500 milioni di euro di fatturato annuo e conta 10 mila posti di lavoro, è in crescita e articolato in migliaia di realtà imprenditoriali. Tuttavia, la nuova normativa potrebbe complicare la tenuta della filiera, già provata dai pregiudizi. Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, ha dichiarato: “Invitiamo il governo a una discussione approfondita con gli operatori del settore, convocando il Tavolo di filiera della canapa istituzionalizzato presso il Ministero dell’Agricoltura.”
Implicazioni Legali e Sanitarie
La giustificazione del ministro Schillaci per il decreto si basa su una nuova istruttoria dell’Istituto superiore di sanità e del Consiglio superiore di sanità, ricevuta a maggio. Tuttavia, non vi è traccia della documentazione consultata nella Gazzetta Ufficiale. Considerare il CBD come una sostanza stupefacente, nonostante le raccomandazioni internazionali che ne riconoscono l’efficacia nel trattamento di diverse condizioni, aggiunge ulteriori ostacoli burocratici e stigmatizza l’uso medico della cannabis.
Le farmacie italiane vendono preparati galenici a base di CBD dal 2016, grazie a una legge che ne consente la vendita anche nei canapa shop, erboristerie e tabaccai. Tuttavia, con la nuova normativa, i prodotti a base di CBD potranno essere acquistati solo in farmacia su prescrizione medica per determinate patologie. Un sondaggio co-promosso dall’Associazione Luca Coscioni ha coinvolto 1601 persone che utilizzano oli, estratti e farmaci a base di CBD. Secondo il sondaggio, 9 intervistati su 10 ritengono che le nuove regole peggioreranno la qualità della vita e le condizioni di salute, portando a cercare nuovi canali di approvvigionamento, con un significativo aumento dei costi.
Le Prospettive Future
La decisione del governo Meloni di includere il CBD tra le sostanze stupefacenti ha sollevato seri dubbi tra gli imprenditori del settore, che temono che le manovre legislative possano favorire indebitamente le grandi case farmaceutiche, restringendo l’accesso al CBD attraverso una medicalizzazione forzata. L’Ici ha annunciato che ricorrerà nuovamente, se necessario, per proteggere gli interessi del settore e garantire normative basate su solide evidenze scientifiche.
Il dibattito sulla regolamentazione del CBD in Italia è destinato a continuare, con le opposizioni che promettono battaglia in Parlamento per impedire al governo di disintegrare il settore della cannabis light. Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione affari sociali, ha attaccato il decreto, definendolo “un approccio antiscientifico e un totale menefreghismo per i pazienti che usano il CBD come terapia.”
Bullet Executive Summary
In conclusione, la decisione del governo italiano di inserire il CBD tra le sostanze stupefacenti ha suscitato un acceso dibattito e preoccupazioni tra gli operatori del settore della canapa. Questa mossa, che arriva prima del pronunciamento del Tar del Lazio, potrebbe avere implicazioni significative per l’industria della canapa in Italia, restringendo l’accesso al CBD e favorendo le grandi case farmaceutiche. È essenziale che il governo avvii una discussione approfondita con gli operatori del settore per trovare soluzioni che tutelino la salute pubblica e promuovano la crescita sostenibile dell’industria della canapa.
Nozione base di farmaceutica: Il CBD è un cannabinoide non psicoattivo presente nella cannabis, noto per le sue proprietà terapeutiche, tra cui l’azione antinfiammatoria, anticonvulsivante e ansiolitica.
Nozione avanzata di farmaceutica: La biodisponibilità del CBD varia a seconda della via di somministrazione. L’uso orale del CBD ha una biodisponibilità relativamente bassa (circa il 6-19%), mentre la somministrazione sublinguale può aumentare significativamente l’assorbimento del principio attivo.
- Sito ufficiale del Ministero della Salute italiano, sezione dedicata alla cannabis e ai medicinali stupefacenti, fonte di informazioni attendibili e updates sulla normativa italiana sul CBD
- Documento ufficiale del Ministero della Salute contenente il parere favorevole dell'Istituto Superiore di Sanità sull'inserimento del CBD tra le sostanze stupefacenti
- Comunicato stampa del Ministero della Salute italiano sulla normativa del CBD