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- La variante KP.3 ha rappresentato il 25% dei casi di Covid negli Stati Uniti tra il 26 maggio e l'8 giugno 2024.
- La variante KP.3.1.1, un sottolignaggio della KP.3, ha mostrato una capacità di diffusione superiore, con 209 sequenze rilevate globalmente nella prima metà di giugno 2024.
- La FDA ha deciso che il nuovo vaccino autunnale sarà mirato alla variante KP.2 e al suo sottolignaggio KP.3.1.1.
La variante KP.3 del SARS-CoV-2, recentemente identificata, ha destato preoccupazione negli Stati Uniti e oltre. Secondo le ultime proiezioni dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC), questa variante è attualmente la più diffusa negli Stati Uniti. La KP.3 è una discendente della variante JN.1, che è stata indicata come base per i futuri vaccini internazionali. La KP.3 ha mostrato una capacità di diffusione rapida, simile a quella della variante Delta (B.1.617.2) che aveva causato una diffusione globale nel 2021.
Diffusione e Caratteristiche della Variante KP.3
La variante KP.3 è stata osservata per la prima volta alla fine di ottobre 2023 e ha rapidamente guadagnato terreno negli Stati Uniti. Tra il 26 maggio e l’8 giugno 2024, la KP.3 ha rappresentato il 25% dei casi di Covid negli Stati Uniti, superando la variante KP.2 che ha rappresentato il 22.5% dei contagi. Entrambe le varianti discendono dalla mutazione “madre” JN.1. La Food and Drug Administration (FDA) ha stabilito che il nuovo vaccino per l’autunno sarà mirato alla variante KP.2 e al suo sottolignaggio KP.3.1.1.
La KP.3.1.1, un sottolignaggio della KP.3, sembra avere una capacità di diffusione ancora maggiore, facilitata da mutazioni osservate nei lignaggi “Flip” ed EG.5.1. Questa variante è stata rilevata tramite screening aeroportuali in passeggeri provenienti da diversi Paesi europei, tra cui Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Spagna. Secondo i dati, globalmente risultano 209 sequenze di KP.3.1.1 rilevate nella prima metà di giugno 2024.
Sintomi e Rischi Associati alla Variante KP.3
I sintomi della variante KP.3 sono simili a quelli delle varianti precedenti del SARS-CoV-2. Tra i sintomi più comuni si annoverano febbre, brividi, tosse, difficoltà respiratorie, dolori muscolari, cefalea, perdita o alterazione del gusto e dell’olfatto, naso che cola e problemi gastrointestinali come mal di pancia, diarrea e vomito. Nonostante la KP.3 sembri meno mortale grazie alla protezione offerta dai vaccini e dall’immunizzazione diffusa, la sua capacità di eludere le difese immunitarie è motivo di preoccupazione.
La KP.3 si differenzia dalla variante JN.1 per tre mutazioni sulla proteina S o Spike, l’elemento che il virus utilizza per agganciarsi al recettore delle cellule umane e infettarle. Le mutazioni specifiche osservate in KP.3 sono S:V1104L, S:F456L e S:Q493E. Queste mutazioni potrebbero conferire al virus una maggiore capacità di infettare l’essere umano, come dimostrato dalla sua rapida diffusione.
Implicazioni per i Vaccini e le Strategie di Contenimento
La decisione della FDA di mirare il nuovo vaccino autunnale alla variante KP.2 e al suo sottolignaggio KP.3.1.1 è stata una sorpresa, in quanto non segue l’opinione del comitato di esperti che aveva raccomandato una nuova formulazione contro la mutazione “madre” JN.1. Tuttavia, i dati più recenti che indicano un aumento dei casi di Covid in alcune aree del Paese hanno portato a questa decisione. Pfizer e Moderna stanno lavorando alla produzione dei nuovi vaccini utilizzando la tecnologia mRNA, mentre non è chiaro se Novavax, che utilizza una metodologia tradizionale con tempi di produzione più lunghi, potrà fornire una nuova immunizzazione.
Bullet Executive Summary
La variante KP.3 del SARS-CoV-2 rappresenta una nuova sfida nel panorama della pandemia di Covid-19. Con una capacità di diffusione rapida e la possibilità di eludere le difese immunitarie, questa variante richiede un’attenzione particolare da parte delle autorità sanitarie e della comunità scientifica. La decisione della FDA di mirare il nuovo vaccino autunnale alla variante KP.2 e al suo sottolignaggio KP.3.1.1 riflette l’urgenza di adattare le strategie di prevenzione e contenimento alle nuove mutazioni del virus.
In conclusione, la farmaceutica moderna si trova di fronte a una sfida continua nell’adattare i vaccini alle nuove varianti del virus. Una nozione base di farmaceutica correlata al tema principale dell’articolo è l’importanza della proteina S o Spike nella capacità del virus di infettare le cellule umane. Una nozione avanzata è la comprensione delle mutazioni specifiche che possono conferire al virus una maggiore capacità di eludere le difese immunitarie, come osservato nelle varianti KP.3 e KP.3.1.1. Queste conoscenze sono fondamentali per sviluppare vaccini efficaci e strategie di contenimento adeguate.
La continua evoluzione del virus e l’emergere di nuove varianti come la KP.3 ci ricordano l’importanza della vigilanza e della ricerca scientifica nella lotta contro la pandemia.