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Memoria e giustizia: il ponte Morandi sei anni dopo

Sei anni dopo il crollo del Ponte Morandi, Genova ricorda le vittime e si interroga sulle responsabilità ancora irrisolte.
  • Il Ponte San Giorgio è diventato un simbolo di rinascita per Genova, costruito in tempi record come modello di efficienza e innovazione.
  • Il processo per il crollo del Ponte Morandi coinvolge 59 imputati e 220 parti civili, con un rischio di prescrizione per alcuni reati se i tempi si allungano ulteriormente.
  • La nuova legge per le vittime dei crolli rappresenta un passo avanti nella solidarietà sociale, ma non esiste cifra che possa ripagare la perdita dei cari.

Sono trascorsi sei anni dalla catastrofe del crollo del Ponte Morandi, che il 14 agosto 2018 ha sconvolto Genova, la Liguria e l’intera Nazione. Oggi onoriamo le 43 vittime di quella tragedia e ci stringiamo, con la mente e con il cuore, ai loro familiari e ai loro cari. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha dichiarato: “Genova è rinata, più forte e più caparbia di prima. Il Ponte San Giorgio, la cui costruzione ha segnato un modello di efficienza, innovazione e capacità ingegneristica, è uno dei simboli più potenti di questo nuovo corso. Ma quel Ponte ricorda alla Nazione le tante, troppe, domande rimaste ancora senza risposta. Fare giustizia e individuare le responsabilità per ciò che è accaduto, accertando una volta per tutte colpe e omissioni, è un dovere morale, oltre che giudiziario.”

Legge per le Vittime dei Crolli: Un Dono per il Futuro

A sei anni dalla tragedia del Ponte Morandi, il testo del disegno di legge per i familiari delle vittime dei crolli è “finalmente chiuso”. Durante la commemorazione di oggi, il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi ha affermato: “Ringrazio il premier Giorgia Meloni, il ministro Matteo Salvini, i presidenti delle commissioni di Camera e Senato e i deputati che in questi anni si sono impegnati. Insieme ai comitati siamo finalmente riusciti a chiudere il testo di una legge che non serve tanto per dare un ristoro, perché non esiste cifra che possa ripagare chi ha perso i propri cari. Ma servirà a ricordare e a sedimentare nella memoria del nostro Paese un fatto. Il principio su cui si basa questa legge è quello della solidarietà sociale: l’intervento dello Stato in termini di sostegno alle vittime deve costituire una misura di civiltà sociale e giuridica necessaria.”

Egle Possetti, portavoce del Comitato parenti vittime del Ponte Morandi, ha aggiunto: “Il nostro disegno di legge per dare dignità alle vittime come vittime dell’incuria è al giro di boa, speriamo possa essere anche un nostro dono per il futuro, segno del lavoro fatto, dell’impegno portato avanti in questi anni. Auspichiamo che la futura legge non debba mai più essere utilizzata, segno che la tragedia del Ponte Morandi avrà segnato una svolta.”

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  • 🌟 Un modello di resilienza per tutta la nazione......
  • ❗ Sei anni e ancora tante domande senza risposta......
  • 🔍 La manutenzione preventiva come la farmacovigilanza......

Il Processo Infinito: Sei Anni Dopo il Crollo

Sono passati sei anni dal 14 agosto 2018, quando il viadotto autostradale noto come Ponte Morandi collassò su se stesso uccidendo 43 persone. Ma ne saranno già passati almeno sette quando il processo sul disastro arriverà al verdetto di primo grado. Gli imputati sono 59 tra tecnici e dirigenti, attuali e passati, della concessionaria Autostrade per l’Italia (Aspi), di Spea Engineering e del ministero delle Infrastrutture, accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d’atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. Le parti civili sono 220, tra cui il Comitato dei parenti delle vittime, ammesso nonostante la sua natura di soggetto costituito dopo il reato.

Le due società Aspi e Spea, chiamate a rispondere in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, sono uscite dal processo tramite un patteggiamento, dimostrando di aver risarcito le vittime e di aver preso le misure necessarie per evitare il ripetersi dell’evento, versando allo Stato un totale di quasi trenta milioni di euro. In due anni si sono tenute 170 udienze e sono stati ascoltati 324 testimoni, tra cui gli ex ministri Graziano Delrio e Antonio Di Pietro, l’attuale ad di Autostrade Roberto Tomasi e Gianni Mion, ex ad di Edizione, la holding della famiglia Benetton, che controllava Autostrade prima della cessione allo Stato.

Il dibattimento riprenderà l’11 settembre, ma è il 23 che il collegio giudicante dovrà prendere una decisione fondamentale a proposito della ricostruzione delle cause del disastro: basarsi solo sulla maxi-perizia già svolta in sede di incidente probatorio o disporre, come chiedono le difese, un’integrazione di quello studio. Se i giudici decideranno di ordinare nuovi accertamenti, i tempi del giudizio potrebbero dilatarsi di moltissimo, facendo diventare concreto il rischio di prescrizione anche per alcuni dei reati più gravi.

Il Sindaco Bucci: “Soffro per Genova che non riesce a trovare pace”

Il sindaco di Genova, Marco Bucci, ha espresso il suo dolore per una città che non riesce a trovare pace. “Il Ponte è una ferita aperta”, ha dichiarato Bucci. Come ogni anno, a Genova si terrà la cerimonia istituzionale in ricordo delle vittime, che inizierà alle 9 con la messa celebrata dall’arcivescovo Marco Tasca nella chiesa di San Bartolomeo della Certosa. Alle 10:45, alla Radura della memoria sotto il nuovo Ponte San Giorgio, inizieranno le commemorazioni alla presenza del sindaco di Genova Marco Bucci, dell’imam Salah Hussein, del prefetto di Genova Cinzia Torraco, del governatore ad interim di Regione Liguria Alessandro Piana e del viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi.

All’ingresso della radura, dove è stata collocata la piastra metallica con i nomi di tutte le vittime, saranno posizionate le corone del Presidente della Repubblica, della presidenza del Senato e del Consiglio dei Ministri e dei parenti delle vittime. Giovanna Donato, ex moglie di Andrea Cerulli, portuale morto mentre andava al lavoro a causa del crollo, ha scritto: “Il 14 agosto 2018 è lo spartiacque della nostra nuova vita. Un altro anno è trascorso nel silenzio più assoluto, mentre a livello nazionale tutto è ormai dimenticato noi ogni giorno combattiamo e tra le udienze in tribunale, un disegno di legge che solo negli ultimi giorni pare abbia preso una forma, il lavoro instancabile per il memoriale, riunioni, messaggi, discussioni.”

Bullet Executive Summary

La tragedia del Ponte Morandi ha segnato un punto di non ritorno nella storia recente di Genova e dell’Italia intera. La costruzione del Ponte San Giorgio rappresenta un simbolo di rinascita e resilienza, ma le domande irrisolte e il lungo iter giudiziario sottolineano l’importanza di accertare le responsabilità e garantire giustizia. La legge per le vittime dei crolli, finalmente chiusa, rappresenta un passo avanti verso la solidarietà sociale e giuridica, ma il percorso è ancora lungo e complesso. L’impegno delle istituzioni e dei familiari delle vittime continua, con la speranza che una tragedia simile non si ripeta mai più.

In ambito farmaceutico, è fondamentale comprendere il concetto di farmacovigilanza, ovvero il monitoraggio degli effetti dei farmaci dopo la loro immissione in commercio per identificare e valutare reazioni avverse. Questo principio di vigilanza e prevenzione può essere applicato anche alla gestione delle infrastrutture, dove una manutenzione costante e accurata può prevenire disastri come quello del Ponte Morandi. A livello avanzato, la farmacogenomica studia come le variazioni genetiche influenzano la risposta ai farmaci, un’area che potrebbe rivoluzionare la medicina personalizzata. Allo stesso modo, l’adozione di tecnologie avanzate e l’analisi dei dati possono migliorare significativamente la sicurezza delle infrastrutture, prevenendo tragedie future.

La riflessione personale che emerge da questa vicenda è l’importanza di un impegno collettivo e costante per garantire la sicurezza e il benessere della comunità. La memoria delle vittime deve spingerci a migliorare continuamente, affinché tragedie simili non si ripetano mai più.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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