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- La famiglia Turiaco solleva preoccupazioni sulla decisione di approvare il vaccino AstraZeneca nonostante un'efficacia inferiore rispetto a Pfizer e Moderna, rispettivamente del 95% e del 94,1%.
- La richiesta di riapertura delle indagini per omicidio colposo contro AstraZeneca mira a fare luce sui dubbi riguardo l'approvazione e la gestione del vaccino, in particolare sulla comunicazione dei rischi di trombosi.
- La vicenda evidenzia l'importanza della farmacovigilanza attiva e della comunicazione del rischio, sottolineando la necessità di un sistema efficace per gestire eventuali effetti avversi dei vaccini.
La tragica scomparsa di Augusta Turiaco, docente di 55 anni deceduta il 31 marzo 2021 a seguito di una trombosi avvenuta 13 giorni dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, ha sollevato profonde preoccupazioni e interrogativi riguardo la sicurezza e l’approvazione dei vaccini anti-Covid. La famiglia Turiaco, sostenuta dall’avvocata Daniela Agnello, ha richiesto la riapertura delle indagini per omicidio colposo contro AstraZeneca, sollevando domande allarmanti rimaste senza risposta.
Le preoccupazioni sollevate dalla famiglia Turiaco
La famiglia Turiaco ha messo in discussione la decisione di approvare il vaccino AstraZeneca, noto anche come Vaxzevria, nonostante l’efficacia inferiore rispetto ai vaccini Pfizer e Moderna, approvati rispettivamente il 21 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021, con un’efficacia del 95% e del 94,1%. La scelta di destinare AstraZeneca agli insegnanti e alle forze dell’ordine, nonché il ritardo nell’aggiornamento del rapporto rischio/beneficio e nella comunicazione degli effetti collaterali, tra cui i possibili coaguli di sangue con piastrine basse, sono stati oggetto di critica. Inoltre, sono stati sollevati dubbi sulla mancata divulgazione dei contratti tra la casa farmaceutica e il Ministero della Salute.
Il contesto scientifico e legale
La famiglia Turiaco, attraverso le parole del loro legale, ha evidenziato la necessità di accertare se la documentazione scientifica relativa agli studi sugli adenovirus sia stata adeguatamente utilizzata nella sperimentazione del vaccino AstraZeneca. In particolare, si chiede se il rischio di trombosi, ben individuato negli studi scientifici, fosse stato correttamente comunicato nei materiali informativi destinati ai pazienti. La richiesta di riapertura delle indagini mira a fare luce sulle ombre e sui dubbi che permangono riguardo l’approvazione e la gestione del vaccino AstraZeneca, in nome delle vittime.
Bullet Executive Summary
La vicenda di Augusta Turiaco ha riacceso il dibattito sulla sicurezza dei vaccini e sulla trasparenza delle case farmaceutiche e delle autorità sanitarie. La farmacovigilanza attiva, ovvero il monitoraggio degli effetti dei farmaci dopo la loro approvazione, è una nozione base di farmaceutica che assume particolare rilevanza in questo contesto, sottolineando l’importanza di un sistema efficace per identificare e gestire tempestivamente eventuali effetti avversi. Una nozione avanzata applicabile al tema è quella della comunicazione del rischio, che implica la responsabilità delle case farmaceutiche e delle autorità sanitarie di informare in modo chiaro e tempestivo il pubblico e i professionisti della salute sui potenziali rischi associati ai farmaci. La storia di Augusta Turiaco stimola una riflessione sulla necessità di bilanciare l’urgenza di rispondere a una pandemia globale con la rigorosa aderenza ai principi di sicurezza e trasparenza, per proteggere la salute pubblica senza compromettere la fiducia nelle istituzioni sanitarie e nei progressi della scienza farmaceutica.
- La Stampa - Augusta Turiaco, morta per trombosi: era stata vaccinata con AstraZeneca
- Gazzetta del Sud - Messina, il legale della famiglia: fare chiarezza sulla morte di Augusta Turiaco
- Tempo Stretto - Vaccini Covid, la famiglia di Augusta Turiaco chiede la riapertura delle indagini
- Gazzetta del Sud - Messina, la morte della prof Turiaco. Depositata la perizia dei consulenti, nesso causale con AstraZeneca